Un saggio che colma un vuoto nella letteratura scientifica di lingua italiana

«Il lavoro sessuale maschile è un fantasma dell’immaginario, gravato di eccessi di significazione. Da un lato, esso viene rappresentato come tema romanzato, finzionale, un topos letterario e cinematografico denso di riferimenti alle rappresentazioni culturali delle ansie del potere e dell’immaginario, dall’altro come l’esemplificazione della più profonda degradazione morale e personale per il “maschio” coinvolto: in entrambi i casi, queste due prospettive tipologiche rischiano di privare i soggetti coinvolti nel sex work della propria agentività. Con ciò non si vuole sostenere che le attività di sex working non possano essere determinate da mancanze di opportunità strutturali e da una dotazione diseguale e iniqua di risorse materiali e simboliche, né che il/la sex worker non possano essere sfruttati/e o essere vittime; allo stesso modo, non si vuole praticare un percorso cinico di voyeurismo intellettuale per mezzo del quale la volontà del soggetto si può esprimere attraverso pratiche e condotte indipendenti dai condizionamenti strutturali. Il problema concerne il modo in cui intendiamo i sex worker e i clienti, se trattiamo i concetti di “vittima” e di “approfittatore” come identità anziché come “condizioni temporanee”.

Questo volume tenta di ricostruire le rappresentazioni, le teorie, le retoriche, l’organizzazione e le tipologie di un tema complesso, scomodo e controverso, che si pone al crocevia della trasformazione delle maschilità e del mutamento socio-sessuale, a metà fra modelli tradizionali, configurazioni inedite e nuove forme di normalizzazione. Poco visibile ma presente negli interstizi dello spazio pubblico e delle involuzioni dei discorsi scientifici e delle retoriche disciplinari in età moderna, il lavoro sessuale maschile è la cartina al tornasole delle asimmetrie di genere, classe, età ed etnia che strutturano le nostre pratiche quotidiane convenzionali».

autor*

insegna «Generi, sessualità e violenza» e «Masculinities, crime and criminal justice» presso il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli studi di Palermo, dove dirige il Laboratorio di Ricerca Interdisciplinare su Corpi, Diritti, Conflitti. Tra i suoi temi di ricerca, le teorie della devianza e del crimine con particolare riferimento agli approcci interazionisti e costruzionisti, l’analisi del rapporto tra maschilità e violenza, gli studi LGBTQI+. Tra le sue pubblicazioni più recenti Maschilità, devianze, crimine (Meltemi, 2018); ha inoltre curato con S. Grassi il volume di John. H. Gagnon e W. Simon, Outsiders sessuali. Le forme collettive della devianza sessuale (Novalogos, 2019) e con L. Benvenga, Devianza conflitti e media. La scuola di Birmingham (Mimesis, 2020).

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Uomini che si fanno pagare

    Genere, identità e sessualità nel sex work maschile tra devianza e nuove forme di normalizzazione
pagine: 
    280
anno: 
    2020
isbn: 
    9788865483152
libro 20,00

Uomini che si fanno pagare

    Genere, identità e sessualità nel sex work maschile tra devianza e nuove forme di normalizzazione
Un saggio che colma un vuoto nella letteratura scientifica di lingua italiana
libro 20,00

«Il lavoro sessuale maschile è un fantasma dell’immaginario, gravato di eccessi di significazione. Da un lato, esso viene rappresentato come tema romanzato, finzionale, un topos letterario e cinematografico denso di riferimenti alle rappresentazioni culturali delle ansie del potere e dell’immaginario, dall’altro come l’esemplificazione della più profonda degradazione morale e personale per il “maschio” coinvolto: in entrambi i casi, queste due prospettive tipologiche rischiano di privare i soggetti coinvolti nel sex work della propria agentività. Con ciò non si vuole sostenere che le attività di sex working non possano essere determinate da mancanze di opportunità strutturali e da una dotazione diseguale e iniqua di risorse materiali e simboliche, né che il/la sex worker non possano essere sfruttati/e o essere vittime; allo stesso modo, non si vuole praticare un percorso cinico di voyeurismo intellettuale per mezzo del quale la volontà del soggetto si può esprimere attraverso pratiche e condotte indipendenti dai condizionamenti strutturali. Il problema concerne il modo in cui intendiamo i sex worker e i clienti, se trattiamo i concetti di “vittima” e di “approfittatore” come identità anziché come “condizioni temporanee”.

Questo volume tenta di ricostruire le rappresentazioni, le teorie, le retoriche, l’organizzazione e le tipologie di un tema complesso, scomodo e controverso, che si pone al crocevia della trasformazione delle maschilità e del mutamento socio-sessuale, a metà fra modelli tradizionali, configurazioni inedite e nuove forme di normalizzazione. Poco visibile ma presente negli interstizi dello spazio pubblico e delle involuzioni dei discorsi scientifici e delle retoriche disciplinari in età moderna, il lavoro sessuale maschile è la cartina al tornasole delle asimmetrie di genere, classe, età ed etnia che strutturano le nostre pratiche quotidiane convenzionali».

insegna «Generi, sessualità e violenza» e «Masculinities, crime and criminal justice» presso il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli studi di Palermo, dove dirige il Laboratorio di Ricerca Interdisciplinare su Corpi, Diritti, Conflitti. Tra i suoi temi di ricerca, le teorie della devianza e del crimine con particolare riferimento agli approcci interazionisti e costruzionisti, l’analisi del rapporto tra maschilità e violenza, gli studi LGBTQI+. Tra le sue pubblicazioni più recenti Maschilità, devianze, crimine (Meltemi, 2018); ha inoltre curato con S. Grassi il volume di John. H. Gagnon e W. Simon, Outsiders sessuali. Le forme collettive della devianza sessuale (Novalogos, 2019) e con L. Benvenga, Devianza conflitti e media. La scuola di Birmingham (Mimesis, 2020).

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pagine: 
    280
anno: 
    2020
isbn: 
    9788865483152

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Mariella Popolla

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