Questo libro nasce dalla sensazione che noi, abitanti non pacificati delle società contemporanee, manchiamo di qualcosa di fondamentale: il piacere. Di un piacere che non ha niente a che fare con l’estasi sfrenata o con certe tristi feste dei nostri tempi, e molto invece con la fruizione gioiosa dell’esistenza. Questo piacere (di cui si dirà cercando di far risuonare le parole antiche del suo maestro, Epicuro) ci manca perché siamo assoggettati, forse come mai prima d’ora, a una macchina produttiva che fa del desiderio, dell’ambizione, dell’ansia di riconoscimento, il suo eterno motore. La distruzione di questa macchina sociale non avverrà certo in teoria, ma la teoria può contribuire a identificare almeno i dispositivi, al contempo psicologici e sociali, che ci tolgono la forza di resisterle. Il contributo che questo libro cerca di dare è duplice: innanzitutto, si tratterà di formulare una critica del desiderio e del suo uso politico; poi, di mostrare in quali modi il piacere possa risultare un antidoto potente contro l’asservimento al desiderio messo al lavoro.
Recensioni
Roberto Tronk –
Qui un’anticipazione del libro
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Giovanna Ferrara
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Franco Berardi Bifo.
Roberto Tronk –
Qui la recensione di David Watkins.
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Gilberto Pierazzuoli.
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Alessandro Baccarin.
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