Un uomo e una donna s’incontrano dopo quasi trent’anni, nella città dove tutto è cominciato. Entrambi ritornano dopo una lunga assenza. L’incontro è l’occasione per un appassionato confronto sugli anni della loro militanza politica, la cui storia s’intreccia strettamente con la loro relazione d’amore: tutt’e due bruscamente interrotte dalla repressione alla fine degli anni Settanta. Il testo si svolge, quindi, su due piani temporali che sfumano continuamente l’uno nell’altro, seguendo l’arbitraria cronologia della memoria, mentre i due protagonisti ripercorrono insieme le tappe della loro educazione sentimentale – gli scontri di piazza e il dibattito interno al movimento, l’esperienza dell’arresto e del carcere, il momento del loro incontro e quello della separazione, che coincide con la fine di quella stagione di lotte.
Il passato non è solo luogo della memoria, né tantomeno della nostalgia, ma un nucleo forte di esperienza e di pensiero che continua a interrogare il presente, rilanciando in avanti, oltre le dolorose cesure della storia personale e collettiva, l’urgenza dell’agire comune e la necessità della rivolta.
Un testo che è rifiuto di ogni pentimento, perché come afferma uno dei protagonisti: «ora sappiamo che la resistenza non viene prima ma dopo la catastrofe».
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