Rousseau è figura controversa per eccellenza. Uomo dei Lumi, anticipò secondo alcuni la temperie romantica. Collaboratore dell’Encyclopédie, fu la bestia nera di tanti philosophes, che non gli perdonarono le invettive contro la civilizzazione. Padre della rivoluzione e icona dei giacobini, fu non di rado accusato di conservatorismo per il rifiuto della mitologia progressista e la nostalgia verso il mondo classico.
Questo libro offre una nuova lettura del contrat social, l’opera rousseauiana sulla quale si concentrarono – e ancora oggi si concentrano – le critiche più aspre degli avversari di Rousseau. Mostrandone tutti i punti deboli, ma anche la straordinaria forza argomentativa e le insospettate ragioni di attualità.
Il 2012 è un anniversario perfetto. Rousseau nacque nel 1712 e 250 anni ci separano dalla pubblicazione di opere che l’hanno reso celeberrimo. Ma perché oggi rileggere in particolare il contratto sociale? Perché dalle sue pagine si sprigiona, insieme a una teoria radicale della democrazia, una critica attualissima della società borghese, incentrata sulla lotta contro i particolarismi.
La modernità è sorta nel nome della libertà, dell’uguaglianza, della fraternità. Sappiamo com’è andata a finire. Nella sua battaglia per la giustizia sociale, Rousseau incontra Marx. Sussiste tra loro una prossimità intuitiva, che coinvolge i presupposti stessi della critica. Entrambi colgono la radice della violenza borghese nell’appropriazione privata di ciò che è comune, e nell’insieme dei rapporti di dominio che ne discende.
La loro riflessione coglie, dunque, un punto ancora oggi, con ogni evidenza, essenziale. E qui si dà un paradosso. Uomini del Sette e dell’Ottocento lessero lucidamente processi allora in embrione, che ai nostri giorni squadernano effetti devastanti. Ma oggi tali processi sono perlopiù misconosciuti. Per questo è tempo di tornare a Rousseau. «Ben lontano dalle idee comuni», come egli scrive, il contratto sociale offre strumenti formidabili per la ricostruzione di un pensiero critico.
Recensioni
deriveapprodi –
Intervista di Eugenia Foddai ad Alberto Burgio, autore di “Rousseau e gli altri” – da “Le strade di Babele” di Radio Onda d’Urto, ottobre 2012
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