Demolire l’Europa per salvare l’Europa.

Rottamare Maastricht? Oggi l’unificazione monetaria significa anzitutto la fine dello sviluppo economico e la nascita dello Stato debitore, «disciplinato» dai mercati finanziari che rendono impossibile qualunque politica di occupazione e protezione sociale. Significa poi l’instaurazione di un sistema vincolante di regole, che approfondisce le distanze tra i paesi e conferisce alla Germania un potere di comando in aperto contrasto con gli interessi delle altre economie europee.
Da un quarto di secolo il sogno dell’unità europea legittima un ordine oligarchico di attacco frontale alla democrazia che rianima lo spettro del fascismo e del razzismo. Come riaprire un processo di integrazione federale che riconnetta moneta e politiche di sviluppo, crescita ed eguaglianza? Quali spazi possono diventare luoghi  di rilancio di una politica democratica che superi l’agonia sempre più pericolosa di Maastricht?

autor*

è professore associato di Politica Economica nell’Università di Napoli Federico II.

economista, è presidente della società di ricerca e consulenza Genesis di Bologna.

insegna all’Università di Duisburg, si occupa di mercato del lavoro e di relazioni industriali nel contesto tedesco e internazionale.

dirige l’Associazione per la storia e le memorie della Repubblica.

già ricercatore del Max Planck Institut für Europäische Rechtsgeschichte di Francoforte sul Meno, è professore ordinario di diritto comparato nell’Università di Ferrara. È giornalista pubblicista e collaboratore di testate locali del Gruppo Espresso.

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Rottamare Maastricht

    Questione tedesca, Brexit e crisi della democrazia in Europa
pagine: 
    192
anno: 
    2016
isbn: 
    9788865481646
libro 13,00

Rottamare Maastricht

    Questione tedesca, Brexit e crisi della democrazia in Europa
Demolire l’Europa per salvare l’Europa.
libro 13,00

Rottamare Maastricht? Oggi l’unificazione monetaria significa anzitutto la fine dello sviluppo economico e la nascita dello Stato debitore, «disciplinato» dai mercati finanziari che rendono impossibile qualunque politica di occupazione e protezione sociale. Significa poi l’instaurazione di un sistema vincolante di regole, che approfondisce le distanze tra i paesi e conferisce alla Germania un potere di comando in aperto contrasto con gli interessi delle altre economie europee.
Da un quarto di secolo il sogno dell’unità europea legittima un ordine oligarchico di attacco frontale alla democrazia che rianima lo spettro del fascismo e del razzismo. Come riaprire un processo di integrazione federale che riconnetta moneta e politiche di sviluppo, crescita ed eguaglianza? Quali spazi possono diventare luoghi  di rilancio di una politica democratica che superi l’agonia sempre più pericolosa di Maastricht?

è professore associato di Politica Economica nell’Università di Napoli Federico II.

economista, è presidente della società di ricerca e consulenza Genesis di Bologna.

insegna all’Università di Duisburg, si occupa di mercato del lavoro e di relazioni industriali nel contesto tedesco e internazionale.

dirige l’Associazione per la storia e le memorie della Repubblica.

già ricercatore del Max Planck Institut für Europäische Rechtsgeschichte di Francoforte sul Meno, è professore ordinario di diritto comparato nell’Università di Ferrara. È giornalista pubblicista e collaboratore di testate locali del Gruppo Espresso.

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    192
anno: 
    2016
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    9788865481646

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