Il concetto di «ricreazione» (inteso come ri-creazione) denota il livello di creazione possibile in un’epoca segnata dal primato della finanza e dalla globalizzazione di ogni fenomeno sociale, economico, politico e religioso. Nelle nostre società tutte le arti contemporanee hanno abbandonato il principio dell’invenzione a favore di quello della citazione. La mancanza di fiducia nel futuro porta gli artisti di ogni ambito linguistico a rifugiarsi nella memoria. Nel mixaggio delle discipline, le arti estrapolano dal passato gli elementi per la creazione di nuovi ambiti di senso. Così, la musica contemporanea recupera quella classica, la performance si concentra sulle rievocazioni di azioni precedenti, l’architettura adotta lo stile vittoriano o coloniale e il cinema sovverte e riscrive la storia. La storia si reinventa nel web, nelle crepe della crisi, nello scorrere dei flussi umani, nella paura di saltare in aria nel bel mezzo della quotidianità.
Nel libro curato da Bonito Oliva, arte, fotografia, architettura, cinema, letteratura, teatro, musica e new media vengono acutamente analizzati nella loro produzione da studiosi dei diversi settori. Oggetto dell’analisi interdisciplinare sono figure come Warhol, Pistoletto, Koons, Kazma, Koolhaas Hirst, Clemente, Toscani, Géricault, Iodice, Gehry, Fuksas, Wilson, Greenway, Almodovar, Bowie, Madonna e Lady Gaga, Leary, Eco.
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