La filosofia e le sue istituzioni: per una critica del sapere e delle pratiche.
a cura di Pierpaolo Cesaroni e Sandro Chignola

La filosofia «politica» è da sempre sospesa in un limbo fra il campo della filosofia e quello della scienza politica: qual è il suo statuto? Quale il suo canone? Come si differenzia da una storia delle politiche o da una teoria politica? Esiste una specificità italiana nel praticarla?

Per dare risposta a tali questioni, è necessario operare un radicale spostamento di prospettiva: passare dalla «filosofia politica» a una «politica della filosofia». Perché la filosofia, checché se ne dica, è anzitutto una pratica: una pratica del sapere che produce significati, discorsi, forme di verità e falsità, istituzioni e da qui effetti sull’ambito sociale e della vita politica.

Per questo occorre anzitutto interrogare l’istituzione all’interno della quale avviene l’insegnamento di questa disciplina e che è la sede di validazione dei saperi filosofici: l’Università. Si scopre allora che l’Università non è affatto un luogo neutro di trasmissione del sapere filosofico, né è sempre stata la sede nella quale veniva praticata la filosofia. Si tratta tutto sommato di un’invenzione recente, la quale ha effetti di potere sui filosofi stessi e sulla pratica del pensiero. Effetti non positivi quando l’Università diventa un’istituzione del neoliberismo. Per questo alla filosofia oggi spetta il compito di fare politica.

autor*

insegna Filosofia Politica all’Università di Padova. Fra i suoi lavori Governo e costituzione in Hegel (FrancoAngeli, 2006), La distanza da sé. Politica e filosofia in Michel Foucault (CLEUP, 2010) e, con Sandro Chignola, Politiche della filosofia. Istituzioni, soggetti, discorsi, pratiche (DeriveApprodi, 2016). Ha recentemente curato, insieme a Marco Ferrari e Giovanni Minozzi, le edizioni italiane di L’essere e l’evento e di Logiche dei mondi di Alain Badiou (Mimesis, 2018 e 2019).

è professore ordinario di filosofia politica presso l’Università di Padova e Visiting Professor presso la Universidad Nacional de San Martin (UNSAM) di Buenos Aires. Fa parte del comitato scientifico di diverse riviste in Italia e all’estero. Scrive sulle pagine culturali de «il manifesto». I suoi ultimi libri sono: Storia concettuale e filosofia politica (FrancoAngeli, 2008); Il tempo rovesciato. La Restaurazione e il governo della democrazia (il Mulino, 2011); Il diritto del comune. Crisi della sovranità, proprietà e nuovi poteri costituenti (ombre corte, 2012); Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia (DeriveApprodi 2014).

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    Una disciplina che cancella la distanza tra cielo e terra («il manifesto»)

    Sul «manifesto» la recensione di Michele Spanò a “Politiche della filosofia”, curato da Sandro Chignola e Pierpaolo Cesaroni

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    Una disciplina che cancella la distanza tra cielo e terra («Euronomade»)

    La recensione di Michele Spanò a “Politiche della filosofia” in versione ampliata su Euronomade

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Politiche della filosofia

    Istituzioni, soggetti, discorsi, pratiche
pagine: 
    224
anno: 
    2016
isbn: 
    9788865481424
libro 17,00

Politiche della filosofia

    Istituzioni, soggetti, discorsi, pratiche
La filosofia e le sue istituzioni: per una critica del sapere e delle pratiche.
libro 17,00
a cura di Pierpaolo Cesaroni e Sandro Chignola

La filosofia «politica» è da sempre sospesa in un limbo fra il campo della filosofia e quello della scienza politica: qual è il suo statuto? Quale il suo canone? Come si differenzia da una storia delle politiche o da una teoria politica? Esiste una specificità italiana nel praticarla?

Per dare risposta a tali questioni, è necessario operare un radicale spostamento di prospettiva: passare dalla «filosofia politica» a una «politica della filosofia». Perché la filosofia, checché se ne dica, è anzitutto una pratica: una pratica del sapere che produce significati, discorsi, forme di verità e falsità, istituzioni e da qui effetti sull’ambito sociale e della vita politica.

Per questo occorre anzitutto interrogare l’istituzione all’interno della quale avviene l’insegnamento di questa disciplina e che è la sede di validazione dei saperi filosofici: l’Università. Si scopre allora che l’Università non è affatto un luogo neutro di trasmissione del sapere filosofico, né è sempre stata la sede nella quale veniva praticata la filosofia. Si tratta tutto sommato di un’invenzione recente, la quale ha effetti di potere sui filosofi stessi e sulla pratica del pensiero. Effetti non positivi quando l’Università diventa un’istituzione del neoliberismo. Per questo alla filosofia oggi spetta il compito di fare politica.

insegna Filosofia Politica all’Università di Padova. Fra i suoi lavori Governo e costituzione in Hegel (FrancoAngeli, 2006), La distanza da sé. Politica e filosofia in Michel Foucault (CLEUP, 2010) e, con Sandro Chignola, Politiche della filosofia. Istituzioni, soggetti, discorsi, pratiche (DeriveApprodi, 2016). Ha recentemente curato, insieme a Marco Ferrari e Giovanni Minozzi, le edizioni italiane di L’essere e l’evento e di Logiche dei mondi di Alain Badiou (Mimesis, 2018 e 2019).

è professore ordinario di filosofia politica presso l’Università di Padova e Visiting Professor presso la Universidad Nacional de San Martin (UNSAM) di Buenos Aires. Fa parte del comitato scientifico di diverse riviste in Italia e all’estero. Scrive sulle pagine culturali de «il manifesto». I suoi ultimi libri sono: Storia concettuale e filosofia politica (FrancoAngeli, 2008); Il tempo rovesciato. La Restaurazione e il governo della democrazia (il Mulino, 2011); Il diritto del comune. Crisi della sovranità, proprietà e nuovi poteri costituenti (ombre corte, 2012); Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia (DeriveApprodi 2014).

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pagine: 
    224
anno: 
    2016
isbn: 
    9788865481424

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