Cosa ci dicono e insegnano le rivolte metropolitane planetarie.

Rivolte sociali sempre più frequenti si diffondono per il pianeta con tratti «anonimi e tremendi». Anonimi perché non sono governati da alcuna direzione e rappresentanza politica univoca. Tremendi perché hanno per espressione una furia distruttrice dei poteri costituiti senza avere per finalità una rivoluzione capace di promuovere nuovi e alternativi poteri costituenti. Possiamo cioè dire che accanto ai fenomeni della globalizzazione e della informatizzazione della vita, lo scenario del nuovo millennio presenta lotte politiche di massa che assumono spesso la forma del sollevamento, del tumulto, della rivolta. Da Occupy Wall Street a Black Lives Matter, dalle insurrezioni arabe all’occupazione di Gezi Park in Turchia, dalle giornate indipendentiste barcellonesi ai gilet jaunes francesi si assiste a una sorta di globalizzazione anche delle rivolte. Nei loro confronti l’ambito teorico e politico marxista ha sempre posto domande riguardanti il loro esito e le loro conseguenze, e la conclusione è sempre stata a dir poco ambigua, quando non marcatamente negativa: pur nella loro capacità di manifestare le contraddizioni della società, esse rappresentano l’irrazionale e il contingente nella storia che vanno superati con l’azione organizzata, razionalizzata e proiettata nel tempo. Ma è questo l’atteggiamento giusto? O non si dovrebbe invece cercare di mettere in dubbio questa valutazione e ripensare la rivolta per sottrarla a un’idea di pratica e di storia vincolate a uno sviluppo lineare?

autor*

(1948) è autore de Il ritmo delle lotte. La pratica teorica di Antonio Negri (1958-1979) (2012). Vive a Navarons di Meduno.

(1948) vive a Pordenone. Ha tradotto fra altri S. Wright, L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo (2008) e J.-J. Lecercle, Una filosofia marxista del linguaggio (2011); ha collaborato con C. Salzani alla traduzione di Slavoj Žižek, Meno di niente. Hegel e l’ombra del materialismo dialettico (voll. 2, 2013).

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Pensare la rivolta

    Un percorso storico e filosofico
pagine: 
    160
anno: 
    2019
isbn: 
    9788865482711
libro 17,00

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(1948) è autore de Il ritmo delle lotte. La pratica teorica di Antonio Negri (1958-1979) (2012). Vive a Navarons di Meduno.

(1948) vive a Pordenone. Ha tradotto fra altri S. Wright, L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo (2008) e J.-J. Lecercle, Una filosofia marxista del linguaggio (2011); ha collaborato con C. Salzani alla traduzione di Slavoj Žižek, Meno di niente. Hegel e l’ombra del materialismo dialettico (voll. 2, 2013).

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    160
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    2019
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    9788865482711

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