Una moneta che sparisce fra le mani di una prestigiatrice; un medico-stregone che danza per dare un nome al malessere del suo paziente; il tempo dilatato delle insurrezioni; le infinite sincronicità che piovono sugli innamorati; piccoli pezzi di carta colorata che possono trasformarsi in qualsiasi altra cosa: cos’hanno in comune questi fenomeni? E perché è così difficile parlarne? Diverse opere recenti s’interrogano sulla relazione fra rivoluzione e magia, politica e sacro, visibile e invisibile, ordinario e non-ordinario. Nella catastrofe climatica, politica e psichica in cui l’Occidente si dibatte, riemergono linee che sembravano destinate a sparire e che, nel loro insieme, offrono la possibilità di riaprire la partita: il ripensamento della relazione fra umani e non umani; l’incontro su basi paritarie con i mondi non occidentali e le loro ontologie; la riflessione sui fantasmi come tracce di violenze mai riparate; i modelli in arrivo dalle zone più visionarie delle scienze. Di questo, e di altro, trattano i sei contributi raccolti in questo volume, legati da un filo rosso analogico e tematico, da una comune interrogazione su quel che non ha governo, né mai ce l’avrà, la fascia umbratile fra il mondo così com’è e gli infiniti mondi possibili.
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