Un viaggio alla ricerca di tracce di comunità per combattere le solitudini indotte da tutte le dipendenze

La droga è tornata come grande questione sociale. Attraversa ceti e classi, integrati ed esclusi. Alla ricerca performante della cocaina, illusoria degli psicofarmaci, lenitiva dell’eroina, straniante del crack, consolatoria della bottiglia triste e solitaria. In fabbriche, scuole, famiglie, carceri, ponti, strade. Li unisce l’esplosione delle solitudini nelle lande desolate della postmodernità. In un mondo dominato da Big Data e Big Pharma tra spaesamento, paura, angoscia, rabbia, rancore. E social autistici. L’orlo del bosco è la soglia tra luce e oscurità: questo è il senso del viaggio dell’autore nella sofferenza delle dipendenze, della follia, delle solitudini. Lì dove praticare una cura non significa imporre modelli normativi né discipline. Il libro è denso di storie di vita vissuta ai margini, di ricordi personali, di riferimenti teorici. Le tonalità narrative si rincorrono in un continuo passaggio pirotecnico tra il graffiante, il provocatorio e il tocco lieve di una carezza, come le pratiche di cura di Cecco Bellosi.

autor*

(1948) da oltre trent’anni lavora come coordinatore dell’Associazione Comunità Il Gabbiano, che si occupa di tossicodipendenti, persone con problemi di sofferenza psichica, detenuti, minori in difficoltà, malati di Aids. Ha pubblicato Il paese dei contrabbandieri (Nodo Libri, 1995); Piccoli Gulag (DeriveApprodi, 2004); Con i piedi nell’acqua (Milieu, 2013); Sotto l’ombra di un bel fiore (Milieu, 2018).

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L’orlo del bosco

    La cura delle dipendenze tra catene e libertà
pagine: 
    320
anno: 
    2022
isbn: 
    978-88-6548-433-3
libro 22,00

L’orlo del bosco

    La cura delle dipendenze tra catene e libertà
Un viaggio alla ricerca di tracce di comunità per combattere le solitudini indotte da tutte le dipendenze
libro 22,00

La droga è tornata come grande questione sociale. Attraversa ceti e classi, integrati ed esclusi. Alla ricerca performante della cocaina, illusoria degli psicofarmaci, lenitiva dell’eroina, straniante del crack, consolatoria della bottiglia triste e solitaria. In fabbriche, scuole, famiglie, carceri, ponti, strade. Li unisce l’esplosione delle solitudini nelle lande desolate della postmodernità. In un mondo dominato da Big Data e Big Pharma tra spaesamento, paura, angoscia, rabbia, rancore. E social autistici. L’orlo del bosco è la soglia tra luce e oscurità: questo è il senso del viaggio dell’autore nella sofferenza delle dipendenze, della follia, delle solitudini. Lì dove praticare una cura non significa imporre modelli normativi né discipline. Il libro è denso di storie di vita vissuta ai margini, di ricordi personali, di riferimenti teorici. Le tonalità narrative si rincorrono in un continuo passaggio pirotecnico tra il graffiante, il provocatorio e il tocco lieve di una carezza, come le pratiche di cura di Cecco Bellosi.

(1948) da oltre trent’anni lavora come coordinatore dell’Associazione Comunità Il Gabbiano, che si occupa di tossicodipendenti, persone con problemi di sofferenza psichica, detenuti, minori in difficoltà, malati di Aids. Ha pubblicato Il paese dei contrabbandieri (Nodo Libri, 1995); Piccoli Gulag (DeriveApprodi, 2004); Con i piedi nell’acqua (Milieu, 2013); Sotto l’ombra di un bel fiore (Milieu, 2018).

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pagine: 
    320
anno: 
    2022
isbn: 
    978-88-6548-433-3

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