Alla fine di un secolo che aveva vissuto una Prima guerra mondiale, il 1917 bolscevico, una Seconda guerra mondiale, e si chiudeva con l’ombra di guerre nucleari, con la scomparsa dell’Unione Sovietica è apparsa vincente una potenza che, con la sua forza strategico-militare e con l’information technology, poteva controllare l’intero mondo: gli Stati Uniti. Con il nuovo millennio sono cominciate le smentite, attribuibili alla crisi dell’egemonica culturale, politica, religiosa dell’uomo bianco su popoli e terre conquistate e via via abbandonate, e all’uscita dell’ombra dell’antropologia culturale e religiosa di quei popoli. A ciò si aggiungono due fenomeni destinati a segnare il futuro. Il primo è l’homo social, che vive su un palcoscenico: è solo ma disputa incessantemente con sconosciuti, soli come lui. Dopo secoli di passioni collettive, religiose e politiche, l’uomo si è chiuso nella rete del proprio io. Il secondo fenomeno è la bacchettta magica dell’intelligenza artificiale che garantisce la sostituzione in meglio dell’agire umano, compresa quella del pensare.
Che fare contro un tale finale di partita? Il focus del testo sta nel capire se e che cosa è andato perso e in quale direzione fissare lo sguardo per afferrare il presente.
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