Ogni giorno dei luoghi scompaiono. Angoli di mondo, creati dall’uomo o dalla natura, impregnati di un senso che percepiamo senza riuscire a catturarlo, muniti di un carattere, quasi dotati di voce, scompaiono. Secondo i Romani, ogni spazio era abitato da una divinità minore e il massimo pericolo stava nell’abitare luoghi privi di spirito, dunque di senso. Oggi i luoghi sono rari: banalizzati, convertiti in spazi funzionali, privi di affetti. Con la perdita del senso del luogo, l’uomo si separa ogni giorno di più dal mondo. Il giardino, sia esso antico o moderno, principesco o operaio, utile o di piacere, nascosto o pubblico, è un laboratorio. Da sempre, gli umani vi sperimentano un modo per stare sulla terra, tra natura e cultura. C’è stato un tempo in cui vi condensavano sogni di bellezza ideale e cosmogonie. Oggi sono anzitutto luoghi di resistenza. Perché il giardino è sempre un luogo. Esplorare il giardino come spazio poetico ed esistenziale è l’ambizione di questo volume, che raccoglie le voci dei principali esponenti del pensiero del giardino contemporaneo. Filosofi, architetti, storici dell’arte, giardinieri… chiamati da Marco Martella a partecipare alla rivista francese da lui animata, «Jardins», della quale questo libro rappresenta una preziosa e inedita selezione antologica in lingua italiana. Testi, tra gli altri, di: Hervé Brunon, Fernando Caruncho, Gilles Clément, Marina Fresa, Marco Martella, Pia Pera, Giuseppe Penone, Franco Maria Ricci, Franco Zagari…
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