La storia di una delle riviste più rappresentative del Movimento del ‘77, un’esperienza collettiva straordinariamente innovativa. Fu infatti il primo esempio di grafica punk italiana, e nello stesso tempo fu l’ultima delle riviste di avanguardia del Novecento i cui riferimenti erano il futurismo di Majakovskij e un’originale rivisitazione dello spirito dadaista.
Ma fu anche una rivista che proponeva raffinate analisi politiche e filosofiche mirate a liberarsi dal modello leninista dell’organizzazione per fondare un movimento di collettivizzazione della vita quotidiana, di proliferazione di esperienze micro-politiche di autorganizzazione.
Nel suo primo editoriale «A/traverso» si esprimeva così: «Appropriazione e liberazione del corpo, trasformazione dei rapporti interpersonali, sono il modo in cui oggi ricostruiamo un progetto contro il lavoro di fabbrica, contro qualsiasi ordine fondato sulla prestazione e sullo sfruttamento».
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