«L’uomo è un animale politico perché è un animale letterario che si lascia sviare dalla sua destinazione naturale dal potere delle parole»

Jacques Rancière è il filosofo a noi contemporaneo che più di tutti ha saputo articolare una riflessione insieme estetica e politica. Ormai considerato a livello internazionale tra i più acuti «critici» dello sguardo sull’arte e sul cinema, il suo approccio si allontana da ciò che normalmente si intende per relazione arte/politica. Non il contenuto politico dell’arte, né tantomeno la sua forma. Piuttosto, una riflessione che parte da ciò che questi due ambiti condividono nelle loro premesse: lo statuto della visibilità. Sia per la politica che per l’estetica la questione è infatti la capacità di ridisegnare lo spazio della percezione, facendo «vedere» ciò che prima non lo era. È ciò che accade con Gezi Park o le primavere arabe quando improvvisamente «si vedono» generazioni di giovani sull’altra sponda del Mediterraneo; è ciò che accade con un film di Bela Tarr o un’opera di Alfredo Jarr. La politica si configura allora come una disciplina e una pratica in tutto e per tutto estetica, ovvero capace di mutare il modo in cui guardiamo, sentiamo e percepiamo. Questo è il materialismo della sensazione di un filosofo mondialmente acclamat

autor*

Allievo di Louis Althusser, il suo lavoro di riflessione politica e filosofica è tra i più importanti del pensiero contemporaneo. Tra le sue opere disponibili in italiano: Il maestro ignorante (Mimesis, 2009), L'odio per la democrazia (Cronopio, 2007), Il disaccordo (Meltemi, 2007).

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La partizione del sensibile

    Estetica e politica
pagine: 
    80
anno: 
    2022
isbn: 
    978-88-6548-436-4
libro 12,00

La partizione del sensibile

    Estetica e politica
«L’uomo è un animale politico perché è un animale letterario che si lascia sviare dalla sua destinazione naturale dal potere delle parole»
libro 12,00

Jacques Rancière è il filosofo a noi contemporaneo che più di tutti ha saputo articolare una riflessione insieme estetica e politica. Ormai considerato a livello internazionale tra i più acuti «critici» dello sguardo sull’arte e sul cinema, il suo approccio si allontana da ciò che normalmente si intende per relazione arte/politica. Non il contenuto politico dell’arte, né tantomeno la sua forma. Piuttosto, una riflessione che parte da ciò che questi due ambiti condividono nelle loro premesse: lo statuto della visibilità. Sia per la politica che per l’estetica la questione è infatti la capacità di ridisegnare lo spazio della percezione, facendo «vedere» ciò che prima non lo era. È ciò che accade con Gezi Park o le primavere arabe quando improvvisamente «si vedono» generazioni di giovani sull’altra sponda del Mediterraneo; è ciò che accade con un film di Bela Tarr o un’opera di Alfredo Jarr. La politica si configura allora come una disciplina e una pratica in tutto e per tutto estetica, ovvero capace di mutare il modo in cui guardiamo, sentiamo e percepiamo. Questo è il materialismo della sensazione di un filosofo mondialmente acclamat

Allievo di Louis Althusser, il suo lavoro di riflessione politica e filosofica è tra i più importanti del pensiero contemporaneo. Tra le sue opere disponibili in italiano: Il maestro ignorante (Mimesis, 2009), L'odio per la democrazia (Cronopio, 2007), Il disaccordo (Meltemi, 2007).

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pagine: 
    80
anno: 
    2022
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    978-88-6548-436-4

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Marco Mazzeo

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