È probabile che ci si debba finalmente rassegnare al fatto che “non possiamo non dirci marxisti”

La filosofia non esaurisce il discorso di Marx, ma nulla della sua impresa teorica si potrebbe comprendere senza rintracciarne i presupposti filosofici.

Si tratta di partire da qui – dalla sua buona educazione hegeliana – per poi seguire il dipanarsi dei principali nodi filosofici nelle teorie di interpreti e continuatori.

Sempre che non si assuma che di Marx non valga più la pena di occuparsi.

Che egli sia ormai un «cane morto», oltre che, naturalmente, il capostipite di una tradizione maledetta, responsabile di rivoluzioni sanguinose e vane e di alcuni tra i più feroci totalitarismi del Novecento.

Eppure di Marx, a duecento anni dalla nascita, non ci si libera facilmente.

È più probabile che, accantonando per un momento la polemica immediata, si debba riconoscere che siamo tutti suoi figli.

Che tutti parliamo ancora una lingua da lui plasmata. Che pensiamo, forse senza saperlo, con idee formatesi lungo il suo percorso intellettuale.

È probabile che ci si debba finalmente rassegnare al fatto che «non possiamo non dirci marxisti».

autor*

storico della filosofia e condirettore della collana «Labirinti» di DeriveApprodi, ha dedicato diversi studi al pensiero politico, con particolare riferimento al marxismo. È autore di volumi su Marx (Modernità del conflitto. Saggio sulla critica marxiana del socialismo, 1999; Il sogno di una cosa. Per Marx, 2018) e Gramsci (Gramsci storico. una lettura dei «Quaderni del carcere», 2003; Per Gramsci. Crisi e potenza del moderno, 2008; Gramsci. Il sistema in movimento, 2014). Su Labriola ha curato la silloge Antonio Labriola nella storia e nella cultura della nuova Italia (2005). Membro del Comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola, ha curato l’edizione critica del saggio In memoria del Manifesto dei Comunisti (2021) e (in collaborazione) quella di Discorrendo di socialismo e di filosofia (in corso di pubblicazione).

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa. Per Marx» su @Rivista di filosofia

    Qui la recensione di Roberto Fineschi.

  2. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa. Per Marx» su @Rivista P.O.I.

    Qui la recensione di Gianmarco Bisogno.

  3. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa, Per Marx» su @Rivista Città Futura

    Qui la recensione di Filippo Orlando.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

Il sogno di una cosa

    Per Marx
pagine: 
    500
anno: 
    2018
isbn: 
    9788865481554
libro 28,00

Il sogno di una cosa

    Per Marx
È probabile che ci si debba finalmente rassegnare al fatto che “non possiamo non dirci marxisti”
libro 28,00

La filosofia non esaurisce il discorso di Marx, ma nulla della sua impresa teorica si potrebbe comprendere senza rintracciarne i presupposti filosofici.

Si tratta di partire da qui – dalla sua buona educazione hegeliana – per poi seguire il dipanarsi dei principali nodi filosofici nelle teorie di interpreti e continuatori.

Sempre che non si assuma che di Marx non valga più la pena di occuparsi.

Che egli sia ormai un «cane morto», oltre che, naturalmente, il capostipite di una tradizione maledetta, responsabile di rivoluzioni sanguinose e vane e di alcuni tra i più feroci totalitarismi del Novecento.

Eppure di Marx, a duecento anni dalla nascita, non ci si libera facilmente.

È più probabile che, accantonando per un momento la polemica immediata, si debba riconoscere che siamo tutti suoi figli.

Che tutti parliamo ancora una lingua da lui plasmata. Che pensiamo, forse senza saperlo, con idee formatesi lungo il suo percorso intellettuale.

È probabile che ci si debba finalmente rassegnare al fatto che «non possiamo non dirci marxisti».

storico della filosofia e condirettore della collana «Labirinti» di DeriveApprodi, ha dedicato diversi studi al pensiero politico, con particolare riferimento al marxismo. È autore di volumi su Marx (Modernità del conflitto. Saggio sulla critica marxiana del socialismo, 1999; Il sogno di una cosa. Per Marx, 2018) e Gramsci (Gramsci storico. una lettura dei «Quaderni del carcere», 2003; Per Gramsci. Crisi e potenza del moderno, 2008; Gramsci. Il sistema in movimento, 2014). Su Labriola ha curato la silloge Antonio Labriola nella storia e nella cultura della nuova Italia (2005). Membro del Comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola, ha curato l’edizione critica del saggio In memoria del Manifesto dei Comunisti (2021) e (in collaborazione) quella di Discorrendo di socialismo e di filosofia (in corso di pubblicazione).

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa. Per Marx» su @Rivista di filosofia

    Qui la recensione di Roberto Fineschi.

  2. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa. Per Marx» su @Rivista P.O.I.

    Qui la recensione di Gianmarco Bisogno.

  3. Roberto Tronk

    «Il sogno di una cosa, Per Marx» su @Rivista Città Futura

    Qui la recensione di Filippo Orlando.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

pagine: 
    500
anno: 
    2018
isbn: 
    9788865481554

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