L’interesse per la questione della tortura in Italia ha un andamento ondivago. Tragici fatti di cronaca o sentenze eclatanti lo risvegliano per qualche tempo, poi l’attenzione decanta e cede il passo a nuovo torpore. Ma un crimine estremo come la tortura oltrepassa la soglia di ingiustizia che uno Stato di diritto può tollerare senza trasformarsi in un regime. La tortura deve rimanere al centro del discorso pubblico. L’introduzione del reato di tortura è un atto dovuto, non solo perché la Convenzione contro la tortura lo prevede, ma anche perché solo una condanna concreta e limpida offre alle vittime l’opportunità di suturare le ferite e di recuperare quella fiducia nell’altro indispensabile per sentirsi saldi nella propria dignità. Questo libro afferma questa idea con la forza delle parole e degli argomenti. Raccontando che cos’è la tortura, che cosa significa subirla e di quale colpa una società si macchia rifiutando di riconoscerla come reato, per il ripristino della civiltà del diritto.
Recensioni
Roberto Tronk –
Sul manifesto la recensione di Giuliano Santoro al libro “Il silenzio della tortura”, di Marina Lalatta Costerbosa.
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Roberto Tronk –
Sulla rivista «Magazine» un’intervista all’autrice de “Il silenzio della tortura” – 8 giugno 2016
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Roberto Tronk –
Su «Altreconomia» un’intervista a Marina Lalatta, a proposito del suo libro “Il silenzio della tortura” – 8 luglio 2016
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Roberto Tronk –
Il resoconto dell’intervento di Marina Lalatta, autrice de “Il silenzio della tortura”, all’edizione 2016 del festival “Emergency Days” a Ferrara – 22 giugno 2016
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Roberto Tronk –
Sul blog di Susanna Marietti (Antigone) una recensione del libro “Il silenzio della tortura”, di Marina Lalatta – 22 agosto 2016
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