Noi e gli animali, un problema del presente, come ci dimostra un virus. Noi da un lato, loro dall’altro. Noi al sicuro, perché loro negli zoo. Animale non significa altro: un vivente indeterminato, diverso da noi, di cui tuttavia abbiamo bisogno per poterci differenziare da ciò che non vogliamo essere, un animale come gli altri. Perché l’uomo non vuole essere un animale. L’animale, finora, era sempre stato docilmente al suo posto. Se ne stava nella natura o meglio ancora nei documentari. Comunque, lontano da noi. Per questo abbiamo una sola parola per nominare l’immensità del mondo animale, milioni di specie e miliardi di esseri viventi: tutti loro sono semplicemente animali, perché noi si possa dire che siamo umani.
E poi il mondo è cambiato. Ora in gabbia ci siamo noi, i viventi che hanno inventato gli zoo. Siamo noi quelli rinchiusi e impauriti, il resto del vivente è libero di spostarsi. In questo senso il virus è il postanimale, ossia l’animale che non accetta più di essere un generico animale. Il postanimale è il vivente che si è liberato dall’umano, e per questo è irriconoscibile e perturbante.
Un libro di filosofia della natura che chiama a ripensare il paradigma dell’animalità e della sua domesticazione per sconfiggere le nostre più recenti paure.
Recensioni
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Carlo Salzani.
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