Scritti nel corso degli anni Settanta e tradotti in diverse lingue, i cinque opuscoli che compongono questo libro sono stati considerati per lungo tempo l’ispirazione teorica del terrorismo di sinistra nel nostro paese. All’indomani dell’arresto del loro autore, il 7 aprile 1979, con l’accusa di essere a capo di un’insurrezione armata contro i poteri dello Stato, questi opuscoli, nonostante la loro fortuna editoriale, sparirono dalle librerie e furono inviati al macero. Seguirono gli anni di una corale demonizzazione: giudici, politici, sindacalisti, giornalisti, storici, intellettuali e accademici citarono ripetutamente passi di questi scritti definendoli “irrazionali”, “deliranti”, “criminali”, frutto insomma della mente malata di un “cattivo maestro”. I giudizi più benevoli si limitarono invece a definirli “estremisti”, “idealisti”, anarcoidi”, “dannunziani”.
Ma ora, a trent’anni di distanza, a un lettore libero da pregiudizi quelle teorizzazioni possono apparire in una luce completamente diversa. Molto dell’attuale dibattito sulle grandi trasformazioni in atto nel nostro paese e in tutto il mondo è riscontrabile nelle analisi contenute in questi scritti; così come sono innegabili alcune importanti intuizioni sulle radicali modificazioni dei processi produttivi e sulla crisi irreversibile della rappresentanza politica. Per questi motivi crediamo che sottrarre questi libri alla censura a cui sono stati sottoposti per lungo tempo e restituirli al libero confronto culturale sia un atto dovuto di coraggio e onestà intellettuale.
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