Le spericolate avventure di un gruppo di ultrà milanisti, terrore degli stadi calcistici domenicali. Rivivono le leggendarie trasferte in Italia e all’estero, le spettacolari coreografie della «curva» accompagnate dall’invenzione continua dei cori, gli eroici scontri con le bande di tifosi rivali, le battaglie per la conquista del supremo trofeo: lo «striscione» avversario. Il tifo calcistico organizzato, il fenomeno collettivo giovanile più diffuso in Europa, viene abitualmente condannato come un mondo di marginali e di teppisti che trovano nello spettacolo sportivo l’occasione per sfogare i loro istinti criminali.
Ma, di fronte a una società che ai giovani non sa offrire che insicurezza e precarietà, ci si dovrebbe stupire del fatto che la trasgressione non assuma forme più vaste e devastanti.
Come in tutti i romanzi di Balestrini, anche qui l’invenzione linguistica ha un ruolo fondamentale. Le voci dei personaggi si intrecciano, si accavallano, si fondono in un parlato veloce e appassionato, comico e violento, che privilegia sempre l’esplodere dell’azione piuttosto che lo sviluppo della narrazione. Un’epica corale e picaresca che parla del nostro tempo attraverso uno dei suoi miti più popolari.
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