Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Mentre gli analisti geopolitici si affannano in improbabili previsioni, i media si appiattiscono sulla retorica dell’aggressore e dell’aggredito. Anche i teorici del pensiero critico e i movimenti sono spiazzati, divisi tra slogan rituali e impotenti. A cosa è dovuta questa clamorosa impasse? Per Lazzarato la risposta è chiara: la guerra è stata rimossa dal dibattito politico, relegata tra i ferri vecchi del passato, confinata a zone remote del pianeta. Al contrario, spiega l’autore, la guerra non è mai scomparsa: è un elemento costitutivo del rapporto tra Stato e capitalismo. L’autore analizza le cause storiche della guerra, gli errori delle teorie critiche degli ultimi decenni, il rapporto tra industria militare, divisioni di classe, razza e genere, crisi ecologica e, rileggendo le teorie critiche del Novecento, sviluppa una questione decisiva: come costruire un punto di vista rivoluzionario sulla guerra? Con lo stile del pamphlet e il rigore del saggio, questo volume è un punto di riferimento per il dibattito attuale sulla guerra che sembra non conoscere alcun dissenso.

autor*

insegna presso l'Université Grenoble-Alpes, dove collabora con il Laboratoire Universitaire Histoire Cultures Italie ociologo e filosofo, vive e lavora a Parigi dove svolge attività di ricerca sulle trasformazioni del lavoro e le nuove forme di movimenti sociali. Tra le sue pubblicazioni in lingua italiana: La fabbrica dell’uomo indebitato (2012) e Il governo dell’uomo indebitato (2013), entrambi pubblicati con successo presso DeriveApprodi.

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Guerra o rivoluzione

    Perché la pace non è un'alternativa
pagine: 
    144
anno: 
    2022
isbn: 
    9788865484524
libro 13,00

Guerra o rivoluzione

    Perché la pace non è un'alternativa
libro 13,00

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Mentre gli analisti geopolitici si affannano in improbabili previsioni, i media si appiattiscono sulla retorica dell’aggressore e dell’aggredito. Anche i teorici del pensiero critico e i movimenti sono spiazzati, divisi tra slogan rituali e impotenti. A cosa è dovuta questa clamorosa impasse? Per Lazzarato la risposta è chiara: la guerra è stata rimossa dal dibattito politico, relegata tra i ferri vecchi del passato, confinata a zone remote del pianeta. Al contrario, spiega l’autore, la guerra non è mai scomparsa: è un elemento costitutivo del rapporto tra Stato e capitalismo. L’autore analizza le cause storiche della guerra, gli errori delle teorie critiche degli ultimi decenni, il rapporto tra industria militare, divisioni di classe, razza e genere, crisi ecologica e, rileggendo le teorie critiche del Novecento, sviluppa una questione decisiva: come costruire un punto di vista rivoluzionario sulla guerra? Con lo stile del pamphlet e il rigore del saggio, questo volume è un punto di riferimento per il dibattito attuale sulla guerra che sembra non conoscere alcun dissenso.

insegna presso l'Université Grenoble-Alpes, dove collabora con il Laboratoire Universitaire Histoire Cultures Italie ociologo e filosofo, vive e lavora a Parigi dove svolge attività di ricerca sulle trasformazioni del lavoro e le nuove forme di movimenti sociali. Tra le sue pubblicazioni in lingua italiana: La fabbrica dell’uomo indebitato (2012) e Il governo dell’uomo indebitato (2013), entrambi pubblicati con successo presso DeriveApprodi.

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    144
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    2022
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    9788865484524

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