Un saggio partigiano da usare come antidoto a chi invoca populismi tinteggiati di rosso per sovvertire la società del capitale. Benedetto Vecchi

La parola «crisi», utilizzata negli ultimi trent’anni per indicare un meccanismo oggettivo indipendente dall’azione umana, maschera di fatto la realtà di una guerra politica portata avanti da diversi attori, privati e pubblici, nazionali e globali. Da questo punto di vista la politica, in quanto esercizio del potere, non è nient’altro che la forma con la quale viene instancabilmente portata avanti la guerra tra classi da parte dell’oligarchia politico-finanziaria. Questa guerra ha per posta in gioco l’organizzazione della società e per strumento l’economia. Ha l’obiettivo di trasformare, talvolta distruggere, le istituzioni sociali che garantivano una relativa autonomia individuale, familiare, e più in generale collettiva di fronte al mercato del lavoro e alla subordinazione nei confronti del capitale. Gli argomenti di moralità sulla «virtù» dell’austerità nascondono a stento l’obiettivo principale: indebolire fino a far scomparire tutto ciò che ha consentito agli individui, soprattutto a partire dalla metà del XX secolo, di non stare completamente in balìa del capitale e del mercato. Questa guerra ha come effetto più complessivo quello della disattivazione di qualunque capacità di azione collettiva autonoma della società.

Il neoliberismo è così attivamente impegnato a sfasciare la democrazia. Imponendo lentamente, pezzo dopo pezzo, una cornice normativa globale che assolda individui e istituzioni dentro una logica implacabile volta a demolire le capacità di resistenza e di lotta. Una logica che nel tempo non si indebolisce, bensì si rafforza. È questa natura antidemocratica del sistema neoliberale a spiegare la spirale della crisi economica che attraversiamo

autor*

filosofo e docente, è autore, spesso insieme al collega Christian Laval, di saggi su Marx, Hegel e il capitalismo globale. Di recente pubblicazione in francese, la prestigiosa monografia Marx, prénom Karl (Gallimard 2012).

sociologo, svolge attività di ricerca presso l’università di Parigi X. Dal 2004, anima insieme a Pierre Dardot il gruppo di ricerca «Question Marx».

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    Un continente prigioniero nella soffocante gabbia dell’austerità («il manifesto»)

    Sul «manifesto» una recensione di Benedetto Vecchi al libro “Guerra alla democrazia”, di Pierre Dardot e Christian Laval – 17 novembre 2016

    Vai all’articolo

  2. Roberto Tronk

    Guerra alla democrazia: Dardot e Laval esplorano il neoliberismo (l’Armadillo furioso)

    Su L’Armadillo Furioso una interessante recensione di “Guerra alla democrazia” .

  3. Roberto Tronk

    «Guerra alla democrazia» su @Notiziario CDP

    Qui la recensione di Francesco Bove.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

Guerra alla democrazia

    L'offensiva dell'oligarchia neoliberista
pagine: 
    144
anno: 
    2016
isbn: 
    9788865481813
libro 15,00

Guerra alla democrazia

    L'offensiva dell'oligarchia neoliberista
Un saggio partigiano da usare come antidoto a chi invoca populismi tinteggiati di rosso per sovvertire la società del capitale. Benedetto Vecchi
libro 15,00

La parola «crisi», utilizzata negli ultimi trent’anni per indicare un meccanismo oggettivo indipendente dall’azione umana, maschera di fatto la realtà di una guerra politica portata avanti da diversi attori, privati e pubblici, nazionali e globali. Da questo punto di vista la politica, in quanto esercizio del potere, non è nient’altro che la forma con la quale viene instancabilmente portata avanti la guerra tra classi da parte dell’oligarchia politico-finanziaria. Questa guerra ha per posta in gioco l’organizzazione della società e per strumento l’economia. Ha l’obiettivo di trasformare, talvolta distruggere, le istituzioni sociali che garantivano una relativa autonomia individuale, familiare, e più in generale collettiva di fronte al mercato del lavoro e alla subordinazione nei confronti del capitale. Gli argomenti di moralità sulla «virtù» dell’austerità nascondono a stento l’obiettivo principale: indebolire fino a far scomparire tutto ciò che ha consentito agli individui, soprattutto a partire dalla metà del XX secolo, di non stare completamente in balìa del capitale e del mercato. Questa guerra ha come effetto più complessivo quello della disattivazione di qualunque capacità di azione collettiva autonoma della società.

Il neoliberismo è così attivamente impegnato a sfasciare la democrazia. Imponendo lentamente, pezzo dopo pezzo, una cornice normativa globale che assolda individui e istituzioni dentro una logica implacabile volta a demolire le capacità di resistenza e di lotta. Una logica che nel tempo non si indebolisce, bensì si rafforza. È questa natura antidemocratica del sistema neoliberale a spiegare la spirale della crisi economica che attraversiamo

filosofo e docente, è autore, spesso insieme al collega Christian Laval, di saggi su Marx, Hegel e il capitalismo globale. Di recente pubblicazione in francese, la prestigiosa monografia Marx, prénom Karl (Gallimard 2012).

sociologo, svolge attività di ricerca presso l’università di Parigi X. Dal 2004, anima insieme a Pierre Dardot il gruppo di ricerca «Question Marx».

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    Un continente prigioniero nella soffocante gabbia dell’austerità («il manifesto»)

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    144
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    9788865481813

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