Il sovranismo in Europa, trainato anche dal trionfo di Trump negli Stati Uniti, è uno dei sintomi di ciò che Mellino – uno dei principali studiosi di problematiche postcoloniali – chiama la «crisi del consenso di Maastricht-Schengen», vale a dire l’esaurimento di quel modello ordoliberale di governance che ha gettato le basi dell’attuale costituzione materiale del territorio europeo. Il testo colloca l’inizio di questa «crisi di egemonia» nel dissesto del 2008, e il suo colpo di grazia nella «crisi dei rifugiati» del 2015 che ha fatto saltare il management europeo dei confini degli ultimi vent’anni. È da allora che Unione europea e sovranismi si sono propositi come due diversi modi di «governare la crisi». Tuttavia, al di là delle differenze di toni, gestione e ricette economiche, queste due alternative sono accomunate dal mettere al centro della loro proposta politica la promessa di un’amministrazione sempre più escludente, selettiva, razzista e poliziesca dello statuto della cittadinanza moderna. Perché questo è il vero volto dell’Europa nel momento della crisi e della stagnazione economica. Ma se è chiaro che la crisi sta attivando una crescente razzializzazione della politica e delle questioni sociali, appare altrettanto evidente che le pratiche teoriche e politiche antirazziste, anche quelle più radicali, sembrano attraversare in Italia un momento di grave impasse. Per superare tale impasse Mellino conduce un’analisi minuziosa sulla progressiva trasformazione del sistema di accoglienza europeo in una macchina neocoloniale di sfruttamento di migranti e rifugiati. Passando in rassegna una serie di autori come Marx, Sartre, Foucault, Agamben, Fanon, Césaire, Angela Davis e altri, il testo propone un ripensamento del ruolo del razzismo nei dispositivi neoliberali di governo sia dell’Unione europea e dei loro alleati nazionali che dei populismi reazionari. Questo libro è un prezioso strumento di riflessione su un possibile governo dell’immigrazione diverso da quello in corso nel nostro paese e in Europa. A riferimento, oltre agli studiosi, ha quindi quelle migliaia di militanti, attivisti e operatori impegnati quotidianamente su questo terreno.
Recensioni
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Anna Curcio.
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Qui la recensione di Gabriele Proglio.
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Qui la recensione di Andrea Caroselli.
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