La riedizione dell’opera letteraria più conosciuta, e forse più apprezzata, di Nanni Balestrini. Protagonista è quella nuova generazione di «proletari» che verso la metà degli anni Settanta inaugura la rivoluzione del quotidiano, il rifiuto del lavoro, l’occupazione delle case e degli spazi sociali, lo sciopero selvaggio e si esprime in forze nel grande movimento del ‘77. Qui Balestrini ricostruisce l’epica di un’insurrezione gioiosa e dirompente sulla quale si abbatterà la profonda violenza del carcere e della criminalizzazione.
E sono proprio le pagine dedicate al carcere che più colpiscono il lettore, lasciandolo completamente attonito di fronte alla narrazione di una delle rivolte carcerarie più cruente della storia italiana. La voce narrante è, come in tutte le opere di Balestrini, un soggetto insieme impersonale e collettivo. Tuttavia così forti e coinvolgenti sono le vicende narrate che il lettore non può non lasciarsi catturare, commuovere e trasportare da un dispositivo narrativo che è ormai parte della storia della letteratura italiana. La ricerca e la sperimentazione letteraria di Balestrini giungono, infatti, con Gli invisibili a piena maturità.
«Prendete la Storia. Il suo perpetuarsi attraverso orrori e soprusi. Toglietene l’agiografia dei vincitori. Quello che resta è l’altro volto del presente. Guardatelo tra le pagine dei romanzi di Nanni Balestrini. Guardate dove non vogliono farsi guardare. […] Ascoltate, mentre leggete, il ritmo delle lasse, dei blocchi di narrazione congegnati per consegnare alla memoria ciò che è scomodo ricordare. Sentitene rutilare il ritmo, le pulsazioni vitali che diventano linguaggio inaudito».
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