Il quinto volume sulla storia dei movimenti autonomi in Italia.

Negli anni Settanta, grazie agli «autonomi», l’alto vicentino smette di essere il dormitorio all’ombra delle chiese del Veneto tradizionale.

Il territorio cambia di segno e diventa un luogo dove si desidera e si pratica una vita diversa, ci si conosce e si creano legami di solidarietà che poi resisteranno anche a una dura repressione.

Qui nascono i «Gruppi sociali», dove la militanza è amicizia e l’amicizia è militanza. E per tutte le ventiquattro ore della giornata si è militanti, in quelle periferie che invece di essere i luoghi della riproduzione di una vita venduta alla fabbrica diventano i luoghi dove prendersi quello che serve a una vita degna di essere vissuta.

Nella sostanza, si è trattato della prima generazione di giovani, e giovanissimi, che hanno scelto ogni mezzo utile a evitare il lavoro di fabbrica a cui i loro padri erano stati incatenati; la prima a dimostrare che si poteva essere comunisti senza passare per l’inferno della fabbrica. Tant’è che per sottrarsi al suo destino quei giovani «scansafatiche» e pieni di desiderio, come migliaia e migliaia di loro coetanei in tutta Italia, arrivarono a imbracciare il fucile.

Ma in quella scelta così radicale ci sono aspetti che meritano attenzione: nessuna deriva militarista e nessun «pentitismo». Perché non si è passato il confine della «porta stretta» dell’omicidio politico, ma soprattutto perché il radicamento sul territorio, i rapporti amicali, una militanza modulata sulla profonda conoscenza dei luoghi della lotta hanno permesso un’intelligenza dell’agire politico – caso unico – che è riuscita poi ad attraversare il secolo portando con sé la voglia di continuare a lottare.

autor*

(1954) è mercante d’antiquariato. Nella seconda metà degli anni ’70 ha militato nei Collettivi Politici Veneti. Nel 1980, dopo un anno e mezzo di latitanza viene arrestato e sconta tre anni di carcere. Nel 2007 contribuisce alla costruzione del movimento «No Dal Molin», contro la nuova base militare americana. Negli anni successivi ricompone l’archivio dei materiali militanti che era andato disperso dalla repressione e lavora alla scrittura di questo libro.

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    «Autonomi Vol. V» su @storiastoriepn.it

    Qui la recensione di Elisabetta Michielin.

  2. Roberto Tronk

    «Gli autonomi» Vol.V su @Commonware

    Qui la recensione di Gigi Roggero.

  3. Roberto Tronk

    «Gli autonomi» Vol. V su @il manifesto

    Qui la recensione di Toni Negri.

  4. Roberto Tronk

    «Gli autonomi» Vol. V su @Carmilla

    Qui la recensione di Giovanni Iozzoli

  5. Roberto Tronk

    «I pugni al cielo di una generazione» su @Effimera

    Qui la recensione di Alberto Pantaloni.

  6. Roberto Tronk

    «Gli Autonomi. L’autonomia operaia vicentina. Vol. V» su @Radio Onda D’Urto

    Qui l’intervista all’autore Donato Tagliapietra.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

Gli autonomi vol. 5

    L'autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene.
pagine: 
    256
anno: 
    2019
isbn: 
    9788865482704
libro 19,00

Gli autonomi vol. 5

    L'autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene.
Il quinto volume sulla storia dei movimenti autonomi in Italia.
libro 19,00

Negli anni Settanta, grazie agli «autonomi», l’alto vicentino smette di essere il dormitorio all’ombra delle chiese del Veneto tradizionale.

Il territorio cambia di segno e diventa un luogo dove si desidera e si pratica una vita diversa, ci si conosce e si creano legami di solidarietà che poi resisteranno anche a una dura repressione.

Qui nascono i «Gruppi sociali», dove la militanza è amicizia e l’amicizia è militanza. E per tutte le ventiquattro ore della giornata si è militanti, in quelle periferie che invece di essere i luoghi della riproduzione di una vita venduta alla fabbrica diventano i luoghi dove prendersi quello che serve a una vita degna di essere vissuta.

Nella sostanza, si è trattato della prima generazione di giovani, e giovanissimi, che hanno scelto ogni mezzo utile a evitare il lavoro di fabbrica a cui i loro padri erano stati incatenati; la prima a dimostrare che si poteva essere comunisti senza passare per l’inferno della fabbrica. Tant’è che per sottrarsi al suo destino quei giovani «scansafatiche» e pieni di desiderio, come migliaia e migliaia di loro coetanei in tutta Italia, arrivarono a imbracciare il fucile.

Ma in quella scelta così radicale ci sono aspetti che meritano attenzione: nessuna deriva militarista e nessun «pentitismo». Perché non si è passato il confine della «porta stretta» dell’omicidio politico, ma soprattutto perché il radicamento sul territorio, i rapporti amicali, una militanza modulata sulla profonda conoscenza dei luoghi della lotta hanno permesso un’intelligenza dell’agire politico – caso unico – che è riuscita poi ad attraversare il secolo portando con sé la voglia di continuare a lottare.

(1954) è mercante d’antiquariato. Nella seconda metà degli anni ’70 ha militato nei Collettivi Politici Veneti. Nel 1980, dopo un anno e mezzo di latitanza viene arrestato e sconta tre anni di carcere. Nel 2007 contribuisce alla costruzione del movimento «No Dal Molin», contro la nuova base militare americana. Negli anni successivi ricompone l’archivio dei materiali militanti che era andato disperso dalla repressione e lavora alla scrittura di questo libro.

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  1. Roberto Tronk

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  5. Roberto Tronk

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    Qui la recensione di Alberto Pantaloni.

  6. Roberto Tronk

    «Gli Autonomi. L’autonomia operaia vicentina. Vol. V» su @Radio Onda D’Urto

    Qui l’intervista all’autore Donato Tagliapietra.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.

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    256
anno: 
    2019
isbn: 
    9788865482704

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