Spazi di raccoglimento e di meditazione, luoghi di cultura del sé e di apertura al mondo, i giardini orientali – di Cina e Giappone – sono per eccellenza luoghi di saggezza. Proprio come la saggezza è descritta come un farsi strada, il giardino è un percorso fisico, sensoriale e spirituale che dispone contemplazione e spostamento, guidando l’uomo verso la condizione interiore di distacco. Spazio chiuso, il giardino in Oriente è anche un microcosmo aperto sul macrocosmo, del quale ricostruisce l’armonia: le rocce aprono lo spirito a ciò che permane, gli alberi contorti rappresentano il cammino stesso del percorso di conoscenza dell’uomo. L’estetica dei giardini tra Cina e Giappone, nella sua alternanza di materiali grezzi e semplicità, propone un’espressività della natura della quale la presenza umana è parte, senza averne la dominanza.
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