Un nuovo paradigma concentrazionario della violenza oggi.
Postfazione di Anna Delfina Arcostanzo

La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di sofferenza e di resistenza. Non è l’unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma costituisce il paradigma di riferimento dell’industria della violenza contemporanea.
 La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, completamente trascurata dai media, e le operazioni militari con il loro risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore. Né va dimenticata la violenza che si esercita contro i palestinesi cittadini di Israele e quella contro i profughi che vivono nei campi allestiti a partire dal 1947-1948 nei paesi arabi del Medio Oriente. Per questo possiamo parlare di un vero e proprio paradigma dell’industria della violenza. Un paradigma certo intrecciato a un colonialismo di insediamento sul quale si basa il sionismo come identità dello Stato israeliano, ma che si sta rivelando un modello concentrazionario specifico, nel quale ha un ruolo sempre più determinante l’industria militare.
 Gaza diventa allora una campo di concentramento a cielo aperto, utile come laboratorio di sperimentazione delle nuove armi, testate in corpore vili, e un esempio concentrazionario per la repressione dei mondi offesi.
Anna Delfina Arcostanzo si interessa di antropologia e geopolitica africana. Ha scritto Noi, gli Occidentali. Spunti per una geopolitica riflessiva nello specchio della Françafrique.

In copertina: Photo by Eloisa d’Orsi, photojournalist.

autor*

dottore di ricerca all'Università di Macerata, si occupa di pensiero arabo contemporaneo e di storia della Resistenza palestinese. Ha curato L'occupazione israeliana di Neve Gordon.

già docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università di Torino. Direttrice nel 1995-1998 del Cirsde (Centro Interdipartimentale di Ricerche e Studi delle donne e di Genere) presso l’Università di Torino. Dal 2003 al 2006 ha seguito progetti a Gaza City con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Comune di Torino e l’Associazione Almaterra. Dal 2006 fa parte del gruppo ISM-Italia, e ha curato attività culturali sulla questione israelo-palestinese. Nell’ultimo decennio ha scritto, con Alfredo Tradardi ed Enrico Bartolomei, Gaza e l’industria israeliana della violenza (DeriveApprodi 2015) e Esclusi. La globalizzazione neoliberista del colonialismo d’insediamento (DeriveApprodi 2017).

ha vissuto molte vite. Intellettuale «patafisico» ha lavorato nell’ingegneria informatica, nel teatro e nell’organizzazione culturale, nell’amministrazione pubblica e nella privata ricerca della giustizia e della verità. Negli ultimi anni della sua vita il suo impegno politico è andato alla complessa vicenda del conflitto israelo-palestinese. Tema al quale ha dedicato i volumi: Gaza e l’industria israeliana della violenza (DeriveApprodi 2015) ed Esclusi. La globalizzazione neoliberista del colonialismo d’insediamento (DeriveApprodi 2017).

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    Un anno dopo Margine Protettivo («Radio Black Out»)

    A Radio Black Out l’intervista ad Alfredo Tradardi a partire da “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 7 luglio 2015

    Ascolta l’intervista

  2. Roberto Tronk

    Europa e Italia, non solo complici ma anche protagonisti delle barbarie israeliane

    Intervista ad Alfredo Tradardi, coordinatore del movimento di solidarietà internazionale per la Palestina in Italia, sulla violenza e sui crimini impuniti d’Israele ai danni del popolo palestinese.

    Ascolta l’intervista

  3. Roberto Tronk

    Segnalazione su ISM Italia

    “Gaza e l’industria israeliana della violenza” segnalato sul sito dell’ISM Italia

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  4. Roberto Tronk

    Gaza su «Internazionale»

    Segnalazione del libro “Gaza e l’industria israeliana della violenza” su «Internazionale» del 10 luglio 2015

    Leggi in PDF

  5. Roberto Tronk

    La soluzione? Dare la colpa a Israele («Il Fatto Quotidiano»)

    Sul «Fatto Quotidiano» un editoriale di Furio Colombo dedicato a “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 27 luglio 2015

    Leggi in PDF

  6. Roberto Tronk

    La striscia ferita («Il sole 24 ore»)

    Sul «Sole 24 ore» la recensione di Andrea Di Consoli a “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 2 agosto 2015

    Leggi in PDF

  7. Roberto Tronk

    Opinioni senza marchio: Gaza e l’industria israeliana della violenza («Maverick»)

    Sul blog Maverick la recensione del saggio “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, di Alfredo Tradardi, Enrico Bartolomei e Diana Carminati

    Vai all’articolo

  8. Roberto Tronk

    Gaza e l’industria israeliana della violenza («Contropiano»)

    Su «Contropiano» la recensione di “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, di Alfredo Tradardi, Enrico Bartolomei e Diana Carminati

    Vai all’articolo

  9. Roberto Tronk

    Gaza per il Centro Studi Sereno Regis

    La recensione di Nanni Salio per la rivista del Centro Studi Sereno Regis, intorno al saggio “Gaza e l’industria israeliana della violenza”

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Gaza e l’industria israeliana della violenza

pagine: 
    384
anno: 
    2015
isbn: 
    9788865481226
libro 16,00

Gaza e l’industria israeliana della violenza

Un nuovo paradigma concentrazionario della violenza oggi.
libro 16,00
Postfazione di Anna Delfina Arcostanzo

La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di sofferenza e di resistenza. Non è l’unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma costituisce il paradigma di riferimento dell’industria della violenza contemporanea.
 La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, completamente trascurata dai media, e le operazioni militari con il loro risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore. Né va dimenticata la violenza che si esercita contro i palestinesi cittadini di Israele e quella contro i profughi che vivono nei campi allestiti a partire dal 1947-1948 nei paesi arabi del Medio Oriente. Per questo possiamo parlare di un vero e proprio paradigma dell’industria della violenza. Un paradigma certo intrecciato a un colonialismo di insediamento sul quale si basa il sionismo come identità dello Stato israeliano, ma che si sta rivelando un modello concentrazionario specifico, nel quale ha un ruolo sempre più determinante l’industria militare.
 Gaza diventa allora una campo di concentramento a cielo aperto, utile come laboratorio di sperimentazione delle nuove armi, testate in corpore vili, e un esempio concentrazionario per la repressione dei mondi offesi.
Anna Delfina Arcostanzo si interessa di antropologia e geopolitica africana. Ha scritto Noi, gli Occidentali. Spunti per una geopolitica riflessiva nello specchio della Françafrique.

In copertina: Photo by Eloisa d’Orsi, photojournalist.

dottore di ricerca all'Università di Macerata, si occupa di pensiero arabo contemporaneo e di storia della Resistenza palestinese. Ha curato L'occupazione israeliana di Neve Gordon.

già docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università di Torino. Direttrice nel 1995-1998 del Cirsde (Centro Interdipartimentale di Ricerche e Studi delle donne e di Genere) presso l’Università di Torino. Dal 2003 al 2006 ha seguito progetti a Gaza City con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Comune di Torino e l’Associazione Almaterra. Dal 2006 fa parte del gruppo ISM-Italia, e ha curato attività culturali sulla questione israelo-palestinese. Nell’ultimo decennio ha scritto, con Alfredo Tradardi ed Enrico Bartolomei, Gaza e l’industria israeliana della violenza (DeriveApprodi 2015) e Esclusi. La globalizzazione neoliberista del colonialismo d’insediamento (DeriveApprodi 2017).

ha vissuto molte vite. Intellettuale «patafisico» ha lavorato nell’ingegneria informatica, nel teatro e nell’organizzazione culturale, nell’amministrazione pubblica e nella privata ricerca della giustizia e della verità. Negli ultimi anni della sua vita il suo impegno politico è andato alla complessa vicenda del conflitto israelo-palestinese. Tema al quale ha dedicato i volumi: Gaza e l’industria israeliana della violenza (DeriveApprodi 2015) ed Esclusi. La globalizzazione neoliberista del colonialismo d’insediamento (DeriveApprodi 2017).

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    Un anno dopo Margine Protettivo («Radio Black Out»)

    A Radio Black Out l’intervista ad Alfredo Tradardi a partire da “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 7 luglio 2015

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  2. Roberto Tronk

    Europa e Italia, non solo complici ma anche protagonisti delle barbarie israeliane

    Intervista ad Alfredo Tradardi, coordinatore del movimento di solidarietà internazionale per la Palestina in Italia, sulla violenza e sui crimini impuniti d’Israele ai danni del popolo palestinese.

    Ascolta l’intervista

  3. Roberto Tronk

    Segnalazione su ISM Italia

    “Gaza e l’industria israeliana della violenza” segnalato sul sito dell’ISM Italia

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  4. Roberto Tronk

    Gaza su «Internazionale»

    Segnalazione del libro “Gaza e l’industria israeliana della violenza” su «Internazionale» del 10 luglio 2015

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  5. Roberto Tronk

    La soluzione? Dare la colpa a Israele («Il Fatto Quotidiano»)

    Sul «Fatto Quotidiano» un editoriale di Furio Colombo dedicato a “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 27 luglio 2015

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  6. Roberto Tronk

    La striscia ferita («Il sole 24 ore»)

    Sul «Sole 24 ore» la recensione di Andrea Di Consoli a “Gaza e l’industria israeliana della violenza” – 2 agosto 2015

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  7. Roberto Tronk

    Opinioni senza marchio: Gaza e l’industria israeliana della violenza («Maverick»)

    Sul blog Maverick la recensione del saggio “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, di Alfredo Tradardi, Enrico Bartolomei e Diana Carminati

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  8. Roberto Tronk

    Gaza e l’industria israeliana della violenza («Contropiano»)

    Su «Contropiano» la recensione di “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, di Alfredo Tradardi, Enrico Bartolomei e Diana Carminati

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  9. Roberto Tronk

    Gaza per il Centro Studi Sereno Regis

    La recensione di Nanni Salio per la rivista del Centro Studi Sereno Regis, intorno al saggio “Gaza e l’industria israeliana della violenza”

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pagine: 
    384
anno: 
    2015
isbn: 
    9788865481226

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