L’amico: quell’altro da sé che ci consente di essere ciò che siamo.

Cosa rende così peculiare quel rapporto che chiamiamo «amicizia»? Rispondere a questa domanda significa comprendere il carattere politico della nostra forma di vita. Il testo è un dialogo con la tradizione filosofica occidentale e soprattutto con il luogo teorico tutt’ora più ricco su questo tema: il pensiero di Aristotele. L’intuizione aristotelica secondo cui l’amico è un «altro se stesso» rappresenta, infatti, lo strumento con il quale perlustrare un territorio visto di sfuggita dalla filosofia, che ha spesso discusso dell’amicizia solo per cenni e con toni mistico-sentimentali. L’amicizia non è un sentimento patetico e commosso, quanto una delle forme principali con cui ciascuno di noi può costruire il modo, unico e irripetibile, di essere umano. Il libro elegge l’amicizia a esempio principe dell’«individuazione»: quella biografia, grandiosa o miserabile poco importa, che ci distingue gli uni dagli altri. L’altro sé amicale non è dunque il sosia con il quale rispecchiarsi per trovare conferma dei propri vizi o delle proprie virtù. È, invece, la sponda linguistica con la quale confliggere o nella quale trovare rifugio.

autor*

è dottore di ricerca in Filosofia del linguaggio presso l’università della Calabria. Insieme a Roberto Finelli ha curato il volume Soglie del linguaggio. Corpi, mondi e società (TrE-Press 2017).

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Filosofia dell’amicizia

    Linguaggio, individuazione, piacere
pagine: 
    160
anno: 
    2021
isbn: 
    9788865484005
libro 17,00

Filosofia dell’amicizia

    Linguaggio, individuazione, piacere
L’amico: quell’altro da sé che ci consente di essere ciò che siamo.
libro 17,00

Cosa rende così peculiare quel rapporto che chiamiamo «amicizia»? Rispondere a questa domanda significa comprendere il carattere politico della nostra forma di vita. Il testo è un dialogo con la tradizione filosofica occidentale e soprattutto con il luogo teorico tutt’ora più ricco su questo tema: il pensiero di Aristotele. L’intuizione aristotelica secondo cui l’amico è un «altro se stesso» rappresenta, infatti, lo strumento con il quale perlustrare un territorio visto di sfuggita dalla filosofia, che ha spesso discusso dell’amicizia solo per cenni e con toni mistico-sentimentali. L’amicizia non è un sentimento patetico e commosso, quanto una delle forme principali con cui ciascuno di noi può costruire il modo, unico e irripetibile, di essere umano. Il libro elegge l’amicizia a esempio principe dell’«individuazione»: quella biografia, grandiosa o miserabile poco importa, che ci distingue gli uni dagli altri. L’altro sé amicale non è dunque il sosia con il quale rispecchiarsi per trovare conferma dei propri vizi o delle proprie virtù. È, invece, la sponda linguistica con la quale confliggere o nella quale trovare rifugio.

è dottore di ricerca in Filosofia del linguaggio presso l’università della Calabria. Insieme a Roberto Finelli ha curato il volume Soglie del linguaggio. Corpi, mondi e società (TrE-Press 2017).

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    160
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