Traduzione e cura di Emanuele Pirani
Gennaio 1975. Julio Cortázar vaga per le strade di una Bruxelles piena di esuli latinoamericani, scampati alla ferocia delle dittature che insanguinano i loro paesi d’origine. Cortázar conosce bene le loro storie, perché ha appena finito di partecipare ai lavori del Tribunale Russell, un’assemblea internazionale formata da scienziati e intellettuali di tutto il mondo, che in quegli anni indaga sulla violazione dei diritti umani in America Latina. Eppure Julio è frustrato: sul treno che lo riporta a Parigi e alla sua vita di intellettuale impegnato, si chiede che cosa fare per dare un aiuto più concreto ai popoli latinoamericani.
Da qui si dipana l’intreccio del libro Fantomas contro i vampiri multinazionali. A toglierlo d’impaccio è Fantomas, il supereroe dei fumetti, che evade dalle vignette colorate dalla rivista messicana che il narratore sta leggendo per irrompere nella sua vita. Julio viene così coinvolto, senza troppi complimenti e con molta ironia, nella lotta contro una setta fascista che vuole distruggere tutti i libri del mondo. Ma da subito i giochi e i mondi narrativi si complicano e si sovrappongono. Assistiamo a uno sfavillante turbinio di personaggi che si sdoppiano tra fumetto e realtà storica: compaiono Susan Sontag, Alberto Moravia e Octavio Paz, tutti uniti nella lotta al fianco di Fantomas. Non si tratta però di una banda di supereroi quanto di un’armata brancaleone di intellettuali che fallisce miseramente.
Finché, attraverso i continui sconfinamenti magici tra racconto, immagini e realtà storica, emerge che i veri nemici dell’America Latina – a due anni dal golpe cileno – sono le società multinazionali e il governo degli Stati Uniti. Fantomas, Julio e gli altri intellettuali si fanno così da parte, mentre entrano in scena i cittadini latinoamericani. Tocca a loro prendere coscienza della verità storica denunciata dal Tribunale Russell e assumersi la responsabilità della lotta. Per i popoli latinoamericani è giunto il momento di trasformarsi in moltitudini ribelli.
Un testo pubblicato per la prima volta nel 1975 camuffato graficamente da fumetto e venduto nelle edicole messicane. Un libro scomparso e mai tradotto in italiano. Cortázar sperimenta qui un nuovo modo di raccontare, una narrativa grafica, dove l’immagine non è soltanto illustrazione ma al pari della parola costruisce e conduce il racconto. Un caleidoscopio di figure e di intertesti che si fonde perfettamente con il racconto e che mano a mano che la lettura avanza prende in mano le redini della narrazione.
Un libro di comunicazione-guerriglia dallo scrittore considerato il «Che Guevara della letteratura». Un libro ante-litteram che rivela le doti visionarie di un grande narratore, tanto sul piano politico quanto su quello dell’innovazione letteraria.
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