a cura di Nanni Balestrini e Maria Teresa Carbone
Dal punto di vista empirico, estetico e politico la figura dello spettatore pone domande cruciali per il teatro, il cinema, la musica e l’arte contemporanea, ma è anche un rivelatore della condizione politica dell’individuo nella società. Chiedersi quali ruoli l’arte di una società assegna allo spettatore significa anche domandarsi quale ruolo quella società assegna o vorrebbe assegnare all’individuo, significa indagare i modi in cui quella società declina le possibilità di partecipazione alla vita pubblica. Il volume si confronta con tali questioni spaziando in ambiti diversi, dalle arti performative al nuovo teatro musicale, a un cinema che si trasforma assumendo forme interattive nello spazio digitale. Prospettive metodologiche e saperi differenti – la critica genealogica e l’antropologia storica, la filosofia e la teoria della perfomance, ma anche la fotografia, oppure l’esperienza scenica di un testimone d’eccezione come Giorgio Barberio Corsetti – vengono mobilitati per interrogare le molteplici figure spettatoriali che le arti hanno prodotto o implicato, le loro dimensioni estetiche, come pure la loro valenza storica e politica. I ruoli che l’arte assegna allo spettatore, la «libertà» che gli concede, la possibilità dell’imprevisto che lascia aperta sono sempre sintomi o indici rivelatori della condizione etica e politica di una società, della sua capacità di criticarsi e di guardare oltre se stessa.
Hanno collaborato al volume, oltre ai curatori:
Giorgio Barberio Corsetti, Aleksandra Jovicevic, Daniele Vergni, Andrea Vecchia, Roberto Silvestri, Arianna Novaga, Marie-Madeleine Mervant-Roux, Giovanni I. Giannoli, Massimo Palma.
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