Negli atti della vita quotidiana: lo sfruttamento del comune

Ci capita spesso di salire su un treno o un autobus e trovarci a contatto con una varia umanità intenta a parlare a un cellulare, a sfogliare pagine di facebook, a inviare sms o a fare un gioco solitario. Un clima solipsistico dove la socialità umana sembra scomparsa e sostituita da una socialità virtuale, fredda. Dov’è la presenza del capitalismo in tutto questo?

Ovunque! Esso beneficia dell’uso dei dispositivi fisici – tablets, telefoni cellulari, computer portatili, iPad – e di tutti quegli accessori necessari per ricaricarli e per collegarli tra loro e con noi stessi. È soltanto la punta dell’iceberg che nasconde un meccanismo produttivo e un universo di lavoro (precario) che comprende i minatori che estraggono le materie prime, gli operai che assemblano i pezzi, i trasportatori, i magazzinieri, gli addetti ai call-center, gli ingegneri informatici e i produttori di linguaggio, i creativi di pubblicità e i venditori di illusioni e di brand.

Il tutto è finalizzato a far sì che la socialità umana, le reti relazionali, la riproduzione sociale e le conoscenze, in una parola, la nostra vita, vengano messe al lavoro e immediatamente mercificate e valorizzate per il profitto di pochi. Noi siamo la manodopera indiretta, spesso incosciente, che consente alla vita, ai corpi come ai cervelli, di essere messa a valore. Senza la nostra cooperazione sociale non c’è produzione di ricchezza: una produzione di valore che nasce dal nostro essere sociali. Lo sfruttamento del comune nasce qui. Negli atti della vita quotidiana.

Questo libro vuole indagare il meccanismo di sfruttamento e di subalternità delle nostre vite, apparentemente libere, ma inchiodate da catene invisibili e soggiogate da sirene più stringenti di quelle derivanti da una sottomissione gerarchica e diretta di potere.

Il capitalismo neoliberale è comando sulla vita, sulla nostra capacità di produrre sapere e autonomia. È possibile liberarsi da questo giogo con il quale spesso siamo conniventi? Qui sta la scommessa della nostra sopravvivenza e della nostra libertà.

autor*

è docente di economia all’Università di Pavia. È stato fondatore della rivista «Altreragioni». Con Sergio Bologna ha curato Il lavoro autonomo di seconda generazione (Feltrinelli, 1997). Altri suoi lavori sono: Bioeconomia e capitalismo cognitivo (Carocci, 2007) e La moneta nell’impero (insieme a Christian Marazzi e Adelino Zanini, ombre corte, 2002).

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Economia politica del comune

    Sfruttamento e sussunzione nel capitalismo bio-cognitivo
pagine: 
    224
anno: 
    2017
isbn: 
    9788865482063
libro 18,00

Economia politica del comune

    Sfruttamento e sussunzione nel capitalismo bio-cognitivo
Negli atti della vita quotidiana: lo sfruttamento del comune
libro 18,00

Ci capita spesso di salire su un treno o un autobus e trovarci a contatto con una varia umanità intenta a parlare a un cellulare, a sfogliare pagine di facebook, a inviare sms o a fare un gioco solitario. Un clima solipsistico dove la socialità umana sembra scomparsa e sostituita da una socialità virtuale, fredda. Dov’è la presenza del capitalismo in tutto questo?

Ovunque! Esso beneficia dell’uso dei dispositivi fisici – tablets, telefoni cellulari, computer portatili, iPad – e di tutti quegli accessori necessari per ricaricarli e per collegarli tra loro e con noi stessi. È soltanto la punta dell’iceberg che nasconde un meccanismo produttivo e un universo di lavoro (precario) che comprende i minatori che estraggono le materie prime, gli operai che assemblano i pezzi, i trasportatori, i magazzinieri, gli addetti ai call-center, gli ingegneri informatici e i produttori di linguaggio, i creativi di pubblicità e i venditori di illusioni e di brand.

Il tutto è finalizzato a far sì che la socialità umana, le reti relazionali, la riproduzione sociale e le conoscenze, in una parola, la nostra vita, vengano messe al lavoro e immediatamente mercificate e valorizzate per il profitto di pochi. Noi siamo la manodopera indiretta, spesso incosciente, che consente alla vita, ai corpi come ai cervelli, di essere messa a valore. Senza la nostra cooperazione sociale non c’è produzione di ricchezza: una produzione di valore che nasce dal nostro essere sociali. Lo sfruttamento del comune nasce qui. Negli atti della vita quotidiana.

Questo libro vuole indagare il meccanismo di sfruttamento e di subalternità delle nostre vite, apparentemente libere, ma inchiodate da catene invisibili e soggiogate da sirene più stringenti di quelle derivanti da una sottomissione gerarchica e diretta di potere.

Il capitalismo neoliberale è comando sulla vita, sulla nostra capacità di produrre sapere e autonomia. È possibile liberarsi da questo giogo con il quale spesso siamo conniventi? Qui sta la scommessa della nostra sopravvivenza e della nostra libertà.

è docente di economia all’Università di Pavia. È stato fondatore della rivista «Altreragioni». Con Sergio Bologna ha curato Il lavoro autonomo di seconda generazione (Feltrinelli, 1997). Altri suoi lavori sono: Bioeconomia e capitalismo cognitivo (Carocci, 2007) e La moneta nell’impero (insieme a Christian Marazzi e Adelino Zanini, ombre corte, 2002).

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pagine: 
    224
anno: 
    2017
isbn: 
    9788865482063

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