In una fase storica in cui il dibattito sul razzismo torna prepotentemente al centro dell’arena politica, il volume si propone di analizzarlo come elemento connaturato ai rapporti di produzione capitalistici e al progetto coloniale che li accompagna. È quindi netta la discontinuità con le narrazioni prevalenti che relegano il razzismo a fenomeno puramente culturale o psicologico, oppure a mera conseguenza della crisi economica o dei nuovi flussi migratori internazionali.
Con approcci diversi, studiose e studiosi antirazzisti di livello internazionale spiegano invece come razza e processi di razzializzazione strutturino storicamente lo sviluppo del capitalismo, evidenziando i caratteri intrinsecamente coloniali della narrazione europea e del lessico umanitario di sinistra. Dopo una breve panoramica del curatore, Miguel Mellino analizza la genealogia del razzismo tra neoliberismo e sovranismo, per mostrare la crisi dell’antirazzismo europeo; Anna Curcio, a partire dalle narrazioni coloniali e sul Sud, delinea la doppia frattura del razzismo in Italia; Jamila Mascat discute l’articolazione di razza e genere a partire dalle tesi sul capitalismo razziale; Alvise Sbraccia riflette sul ruolo della criminologia coloniale nei processi di stigmatizzazione dei soggetti razzializzati; Dhanveer Singh Brar tematizza il concetto di blackness e le forme di resistenza. Infine, con radicalità Houria Bouteldja, del Partito degli Indigeni della Repubblica, propone un discorso antirazzista decoloniale.
Recensioni
Roberto Tronk –
Qui la recensione Fucilate Sartre di Sandro Moiso
Pubblicato su Carmilla il 4 novembre 2020
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Mackda Ghebremariam Tesfaù.
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