Si fa di tutto per non vedere e non capire che le manifestazioni di intolleranza che accompagnano le migrazioni dall’est europeo e dal sud del Mediterraneo non sono reazioni accidentali; che le eruzioni antisemite – le profanazioni, gli insulti, le intimidazioni, le aggressioni – sono sintomi di una patologia profonda, cronica e grave: segni di una malattia congenita della modernità che va correttamente diagnosticata e ricondotta alla sua genesi.
Del razzismo, in quanto figli della modernità, siamo tutti in qualche modo eredi e partecipi, e non possiamo chiamarci fuori dalla sua storia solo perché proviamo nei suoi confronti ripugnanza. Né possiamo illuderci che sarà facile liberarcene. Il razzismo risponde a un bisogno etico radicato nella coscienza moderna: sbarazzarsene non è soltanto questione di buon senso o di buona volontà.
Come il colonialismo, come la schiavitù e il nazionalismo, anche il razzismo è un ingrediente fondamentale della modernità. Soltanto scoprendo le sue radici profonde sarà possibile neutralizzare la ragione razzista.
Recensioni
Roberto Tronk –
Qui la recensione di Armando Lancellotti.
Roberto Tronk –
Qui l’intervista ad Alberto Burgio su Radio Radicale.
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