Ho finito di leggere il più completo manuale di istruzioni per futuri carcerabili. Erri De Luca
Dalla prefazione di Erri De Luca:

«Salvatore Ricciardi è il narratore di una esperienza sola, come possono esserlo i superstiti. Tornano sul tempo e sul posto come i profughi di oggi tornano a Lampedusa per affacciarsi sul loro naufragio. Quello che Salvatore Ricciardi vive ora, da liberato, ha il contrappunto con la sua vita in cella. Ecco che sta su un treno e si accorge che i finestrini non si possono aprire, mentre nei treni di una volta ci si poteva sporgere per farsi strapazzare dalla velocità. La stessa sensazione, scrive, di quando riusciva a infilare la testa nello spioncino lasciato aperto della porta blindata: poteva così guardare il corridoio […]. Il prigioniero – scrive il poeta russo Brodskij che lo è stato – si trova intorno una mancanza di spazio e un’abbondanza di tempo. Ma non è il tempo che ha conosciuto fuori, è fatto di altra sostanza che, invece di scorrere, ristagna. Allora il prigioniero si mette a misurare i palmi del suo spazio, contare e ricontare mattonelle, fissare macchie sopra il soffitto e il muro, per bisogno d’ipnosi. Qui si narra della pazienza allo stato puro, parola e virtù edificata sopra il verbo patire. Come un mal di denti torna nelle pagine di questo libro la domanda: a che serve? Con tutta l’esperienza accumulata e con l’addestramento che trasmette, la risposta non si solleva dal grado zero sul livello del niente».

autor*

(Roma, 1940 - 2020) dopo gli studi tecnici e il lavoro in un cantiere edile è assunto in qualità di tecnico nelle ferrovie dello Stato. Svolge attività sindacale nella Cgil e politica nel Partito socialista di unità proletaria. Partecipa al movimento del ’68 studentesco e del ’69 operaio. Negli anni successivi è tra i protagonisti dell’autorganizzazione nelle realtà di fabbrica e dei ferrovieri. Dopo aver militato dell’area dell’autonomia operaia nel ’77 entra a far parte della Brigate rosse. Viene arrestato nell’80. Alla fine di quell’anno con altri prigionieri organizza la rivolta nel carcere speciale di Trani. Condannato all’ergastolo, alla fine degli anni Novanta usufruisce della semilibertà. Dopo trent’anni di detenzione, riacquista la libertà. È stato redattore di Radio onda rossa a Roma.

rassegna stampa

Recensioni

  1. Roberto Tronk

    La guerra asimmetrica dello spazio tempo («Carmilla»)

    Su «Carmilla» la recensione di Sandro Moiso al libro di Salvatore Ricciardi, “Cos’è il carcere” – 6 febbraio 2015

    Vai all’articolo

  2. Roberto Tronk

    Cronache dal carcere “pacificato” («Il Lavoro Culturale»)

    Recensione di Antonio Iannello al libro di Salvatore Ricciardi, “Cos’è il carcere” – da «Il lavoro culturale», 19 marzo 2015

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  3. Roberto Tronk

    Monotonia, attese, sospensioni («Hufftington Post Italia»)

    Sull’«Hufftington Post», edizione italiana, una recensione di Gianluca Capazzolo a “Cos’è il carcere”, di Salvatore Ricciardi – 3 giugno 2015

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Cos’è il carcere

    Vademecum di resistenza
pagine: 
    128
anno: 
    2015
isbn: 
    9788865481134
libro 12,00

Cos’è il carcere

    Vademecum di resistenza
Ho finito di leggere il più completo manuale di istruzioni per futuri carcerabili. Erri De Luca
libro 12,00
Dalla prefazione di Erri De Luca:

«Salvatore Ricciardi è il narratore di una esperienza sola, come possono esserlo i superstiti. Tornano sul tempo e sul posto come i profughi di oggi tornano a Lampedusa per affacciarsi sul loro naufragio. Quello che Salvatore Ricciardi vive ora, da liberato, ha il contrappunto con la sua vita in cella. Ecco che sta su un treno e si accorge che i finestrini non si possono aprire, mentre nei treni di una volta ci si poteva sporgere per farsi strapazzare dalla velocità. La stessa sensazione, scrive, di quando riusciva a infilare la testa nello spioncino lasciato aperto della porta blindata: poteva così guardare il corridoio […]. Il prigioniero – scrive il poeta russo Brodskij che lo è stato – si trova intorno una mancanza di spazio e un’abbondanza di tempo. Ma non è il tempo che ha conosciuto fuori, è fatto di altra sostanza che, invece di scorrere, ristagna. Allora il prigioniero si mette a misurare i palmi del suo spazio, contare e ricontare mattonelle, fissare macchie sopra il soffitto e il muro, per bisogno d’ipnosi. Qui si narra della pazienza allo stato puro, parola e virtù edificata sopra il verbo patire. Come un mal di denti torna nelle pagine di questo libro la domanda: a che serve? Con tutta l’esperienza accumulata e con l’addestramento che trasmette, la risposta non si solleva dal grado zero sul livello del niente».

(Roma, 1940 - 2020) dopo gli studi tecnici e il lavoro in un cantiere edile è assunto in qualità di tecnico nelle ferrovie dello Stato. Svolge attività sindacale nella Cgil e politica nel Partito socialista di unità proletaria. Partecipa al movimento del ’68 studentesco e del ’69 operaio. Negli anni successivi è tra i protagonisti dell’autorganizzazione nelle realtà di fabbrica e dei ferrovieri. Dopo aver militato dell’area dell’autonomia operaia nel ’77 entra a far parte della Brigate rosse. Viene arrestato nell’80. Alla fine di quell’anno con altri prigionieri organizza la rivolta nel carcere speciale di Trani. Condannato all’ergastolo, alla fine degli anni Novanta usufruisce della semilibertà. Dopo trent’anni di detenzione, riacquista la libertà. È stato redattore di Radio onda rossa a Roma.

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  1. Roberto Tronk

    La guerra asimmetrica dello spazio tempo («Carmilla»)

    Su «Carmilla» la recensione di Sandro Moiso al libro di Salvatore Ricciardi, “Cos’è il carcere” – 6 febbraio 2015

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  2. Roberto Tronk

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    Recensione di Antonio Iannello al libro di Salvatore Ricciardi, “Cos’è il carcere” – da «Il lavoro culturale», 19 marzo 2015

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  3. Roberto Tronk

    Monotonia, attese, sospensioni («Hufftington Post Italia»)

    Sull’«Hufftington Post», edizione italiana, una recensione di Gianluca Capazzolo a “Cos’è il carcere”, di Salvatore Ricciardi – 3 giugno 2015

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pagine: 
    128
anno: 
    2015
isbn: 
    9788865481134

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