Storie sul vino e il suo immaginario.
Acura di Luigi Ananìa e Silverio Novelli

28 modi di declinare la parola «vino», tra racconti, testimonianze, confessioni di autori italiani contemporanei. Affabulazioni seriamente divertite, o scherzosamente serie, su una gloria nazionale che è anche e soprattutto discorso sulla natura, la storia, i sentimenti, l’immaginazione del bere… su una delle libertà di essere e di esprimersi.
Ciascun autore ha versato nel calice della scrittura la propria anima dionisiaca. Ogni capitolo del libro propone una doppia chiave di lettura, cogliendo possibili alternative o abbinamenti all’interno del singolo approccio al tema-vino.
Ecco allora il vino «piacere o conoscenza», il vino «italiano o forestiero», il vino come «amore o abbandono», il vino dalla parte del «vignaiolo o vinattiere», il vino come «dignità o perdizione». C’è chi rivive il vino come giovinezza e spontaneità, in contrasto con la moda odierna che ne fa un affare per specialisti professionali, sacerdoti dai riti iniziatici celebrati con terminologia astrusa. Chi rievoca i pistoni, i bottiglioni di lambrusco dei nonni o inscena un divertente dialogo dei vini, giocando con l’incredibile varietà dei nomi dei vitigni italici. Chi (da astemio) tesse un paradossale elogio del Sangiovese o chi fa del Brunello di Montalcino un singolare ambasciatore d’Italia in terre esotiche e tempi lontani. Infine, c’è chi, scegliendo la carta dell’intimismo, inscena una favola (con disegni) che unisce metaforicamente scrittura e vino (bianco)… Gli autori qui convitati collaborano a illuminare la via del vino alla parola e le vie della parola al vino, concordi – al di là dalle differenze di interpretazione – sul fatto che «il vino è una difesa della verità e la verità una difesa del vino».

Racconti di:

Franco Alasia, Luigi Ananìa, Giuseppe Antonelli, Roberto Benigni, Marco Berardi, Tommaso Giartosio, Simone Giusti, Francesco Guccini, Alessandro Iovinelli, Giulio Laurenti, Maria Tiziana Lemme, Claudio Lolli, Guido Leotta, Silvana Maja, Marco Mancassola, Melania Mazzucco, Jiga Melik, Gianni Mura, Paolo Nori, Silverio Novelli, Antonio F. Rainone, Fabio Salbitano, Paolo Teobaldi, Gianandrea Turi, Gabriella Urbani, Carlo Villa, Dario Voltolini, Domenico Vuoto.

autor*

scrive e fa vino rosso in Toscana. Con la casa editrice Pequod ha pubblicato Il Signor Ma (2000) e Cos’è questa nuvola (2011). Presso le edizioni DeriveApprodi ha curato l’antologia di racconti sul vino Confesso che ho bevuto (insieme a Silverio Novelli, 2004); Pixel (di nuovo con Silverio Novelli (2012); Storie di volti e di parole (2016)  e Bestiario umano (2021) con Nicola Boccianti.

giornalista e lessicografo, scrive racconti e incrocia vino, cibi e libri collaborando con pubblicazioni periodiche di vario genere.

rassegna stampa

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Confesso che ho bevuto

    Racconti sul piacere del bere
pagine: 
    240
anno: 
    2004
isbn: 
    9788888738291
libro 13,50

Confesso che ho bevuto

    Racconti sul piacere del bere
Storie sul vino e il suo immaginario.
libro 13,50
Acura di Luigi Ananìa e Silverio Novelli

28 modi di declinare la parola «vino», tra racconti, testimonianze, confessioni di autori italiani contemporanei. Affabulazioni seriamente divertite, o scherzosamente serie, su una gloria nazionale che è anche e soprattutto discorso sulla natura, la storia, i sentimenti, l’immaginazione del bere… su una delle libertà di essere e di esprimersi.
Ciascun autore ha versato nel calice della scrittura la propria anima dionisiaca. Ogni capitolo del libro propone una doppia chiave di lettura, cogliendo possibili alternative o abbinamenti all’interno del singolo approccio al tema-vino.
Ecco allora il vino «piacere o conoscenza», il vino «italiano o forestiero», il vino come «amore o abbandono», il vino dalla parte del «vignaiolo o vinattiere», il vino come «dignità o perdizione». C’è chi rivive il vino come giovinezza e spontaneità, in contrasto con la moda odierna che ne fa un affare per specialisti professionali, sacerdoti dai riti iniziatici celebrati con terminologia astrusa. Chi rievoca i pistoni, i bottiglioni di lambrusco dei nonni o inscena un divertente dialogo dei vini, giocando con l’incredibile varietà dei nomi dei vitigni italici. Chi (da astemio) tesse un paradossale elogio del Sangiovese o chi fa del Brunello di Montalcino un singolare ambasciatore d’Italia in terre esotiche e tempi lontani. Infine, c’è chi, scegliendo la carta dell’intimismo, inscena una favola (con disegni) che unisce metaforicamente scrittura e vino (bianco)… Gli autori qui convitati collaborano a illuminare la via del vino alla parola e le vie della parola al vino, concordi – al di là dalle differenze di interpretazione – sul fatto che «il vino è una difesa della verità e la verità una difesa del vino».

Racconti di:

Franco Alasia, Luigi Ananìa, Giuseppe Antonelli, Roberto Benigni, Marco Berardi, Tommaso Giartosio, Simone Giusti, Francesco Guccini, Alessandro Iovinelli, Giulio Laurenti, Maria Tiziana Lemme, Claudio Lolli, Guido Leotta, Silvana Maja, Marco Mancassola, Melania Mazzucco, Jiga Melik, Gianni Mura, Paolo Nori, Silverio Novelli, Antonio F. Rainone, Fabio Salbitano, Paolo Teobaldi, Gianandrea Turi, Gabriella Urbani, Carlo Villa, Dario Voltolini, Domenico Vuoto.

scrive e fa vino rosso in Toscana. Con la casa editrice Pequod ha pubblicato Il Signor Ma (2000) e Cos’è questa nuvola (2011). Presso le edizioni DeriveApprodi ha curato l’antologia di racconti sul vino Confesso che ho bevuto (insieme a Silverio Novelli, 2004); Pixel (di nuovo con Silverio Novelli (2012); Storie di volti e di parole (2016)  e Bestiario umano (2021) con Nicola Boccianti.

giornalista e lessicografo, scrive racconti e incrocia vino, cibi e libri collaborando con pubblicazioni periodiche di vario genere.

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pagine: 
    240
anno: 
    2004
isbn: 
    9788888738291

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