Ne è passato di tempo da quando il Capitale obbligava al lavoro ricorrendo alla coercizione e alla forza bruta. Oggi, al contrario, per convertire al meglio il lavoro in forza-lavoro ricorre agli affetti. Per questo possiamo parlare di una nuova economia delle passioni, specifica delle forme di sfruttamento e della messa al lavoro contemporanee. Per questo, per analizzare il nuovo regime del capitalismo, occorre guardare agli affetti e ai desideri che muovono le forme di adesione al lavoro e fanno da perno allo sfruttamento.
«Servitù volontaria» è il nome del nuovo paradigma? L’autore sembra suggerire di no. Perché l’economia delle passioni e degli affetti, sulla quale si fonda la messa al lavoro oggi, non è questione di volontà. Bensì di strutture, di tecnologie della soggettività e di produzione di desideri conformi. Insomma, di un’architettura dello sfruttamento fondata sull’individuo e il suo desiderio.
Ecco perché occorre integrare l’analisi di Marx con un’antropologia degli affetti in grado di dare conto di questa paradossale richiesta del Capitale: avere dei lavoratori sfruttati […] e felici. Servirà, dunque, tornare al pensiero di Spinoza.
Recensioni
Roberto Tronk –
Intervista di Benedetto Vecchi a Frédéric Lordon, a proposito del suo libro “Capitalismo, desiderio e servitù” – da «il manifesto», 2 aprile 2015
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Roberto Tronk –
Sulla rivista online «che-fare», un estratto del saggio di Frédéric Lordon, “Capitalismo, desiderio e servitù” – 9 aprile 2015
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Roberto Tronk –
Nello speciale di «Alfabeta2» sulle “passioni del neoliberismo” anche un testo di Federico Chicchi scritto a partire dal libro “Capitalismo, desiderio e servitù” di Frédéric Lordon – 9 maggio 2015
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Roberto Tronk –
Nello speciale di «Alfabeta2» su “le passioni del neoliberismo” un testo di Anastasia Barone a partire da “Capitalismo, desiderio e servitù” di Frédéric Lordon – 9 maggio 2015
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Roberto Tronk –
Sul n. 43 della rivista «Pagina Uno» la recensione a “Capitalismo, desiderio e servitù” di Frédéric Lordon – 14 luglio 2015
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