A partire da Il grande Calibano, scritto insieme a Leopoldina Fortunati e pubblicato negli anni Ottanta, Silvia Federici ha trasformato il modo di leggere la nascita e lo sviluppo del capitalismo: lungi dall’essere un fenomeno marginale o un residuo dell’oscuro Medioevo, la caccia alle streghe e dunque la questione di genere sono centrali nella costituzione della modernità occidentale. In questo volume Federici ritorna su questa decisiva ipotesi di interpretazione, illustrando il fondamentale nesso tra l’accumulazione originaria, il controllo sulla riproduzione e il disciplinamento dei corpi delle donne. Le «streghe», tuttavia, non sono le semplici vittime di questa ricostruzione storica, ma figure forti, portatrici di saperi collettivi e pratiche di resistenza. La radicale violenza contro di loro aveva come obiettivo di spezzare questa forza potenzialmente pericolosa per i nascenti rapporti di produzione capitalistici.
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