Le Brigate rosse nacquero dentro la crisi della vecchia società fordista. Quella realtà irregimentata, dove lavoratori e padroni coabitavano a distanza, cominciò a dissolversi nei primi anni Settanta travolgendo vecchie gerarchie e consolidate autorità. Da quella crisi scaturirono nuovi movimenti portatori di inedite forme di protagonismo, di rivendicazioni e di lotte. Furono anni in cui i dimenticati e i dannati trovarono voce. Un vento di libertà s’insinuò nei varchi aperti dalle lotte operaie, proiettando sulla scena nuovi soggetti usciti da una condizione di marginalità civile e politica. Gli umili e gli oppressi trovarono così occasioni di forza, dignità e rispetto. Le strategie di rottura guadagnarono terreno sulle posizioni contestatrici e riformiste. Fallite le esperienze dei gruppi politici extraparlamentari nati nel biennio 1968-’69, la lotta armata divenne, a metà degli anni Settanta, un’opzione che conquistò larghi settori di movimento. Le Brigate rosse furono, semplicemente, parte di quel processo.
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